venerdì 23 maggio 2014

vacanze romane #2

Parlare di Roma, di una certa Roma, non è facile. Mette un po' di soggezione.Si rischia di cadere nel banale.

Lei, l'antica, l'eterna, la grande, la monumentale, ti sfila attorno in un girotondo lungo millenni.
Appaiono qui e là, ad ogni angolo della città, i simboli della sua grandezza, i segni del passato.

Quelli granitici, enormi, colossali. Quelli sobri, austeri, solenni.

I resti degli fasti di un tempo e i capolavori integri, immensi, eccelsi costruiti per celebrare la fede e che affascinano anche chi, come me, fede non ha. Ma uomo e arte sanno essere un connubio divino.

Gli eccessi di decenni ancora troppo vicini, per i quali alcuni osano nostalgie senza vergogna. 
E la memoria, nonostante il peso dei suoi macigni, sa essere cosa labile, purtroppo.

I luoghi della storia, i palcoscenici del popolo, i palazzi del potere.
Le colonne, le statue, la commemorazione e la celebrazione.

C'è un alone di sofferenza attorno ad ognuna di queste pietre. 
E allo stesso tempo di magnificenza. Una sorta di gloria sommessa.
Quasi fossero dei promemoria  levigati nel marmo, scolpiti nella pietra, fusi nel bronzo. 
Pesanti e irremovibili. Imponenti e imperituri, posati lì a ricordarci il sacrificio, il dolore, l'impegno di tutto quel che è stato prima. Prima di adesso, prima di noi.

Nelle foto: Colosseo, via dei Fori Imperiali, Quirinale, Gianicolo, Piazza San Pietro.



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