Parlare di Roma, di una certa Roma, non è facile. Mette un po' di soggezione.Si rischia di cadere nel banale.
Lei, l'antica, l'eterna, la grande, la monumentale, ti sfila attorno in un girotondo lungo millenni.
Appaiono qui e là, ad ogni angolo della città, i simboli della sua grandezza, i segni del passato.
Quelli granitici, enormi, colossali. Quelli sobri, austeri, solenni.
I resti degli fasti di un tempo e i capolavori integri, immensi, eccelsi costruiti per celebrare la fede e che affascinano anche chi, come me, fede non ha. Ma uomo e arte sanno essere un connubio divino.
Gli eccessi di decenni ancora troppo vicini, per i quali alcuni osano nostalgie senza vergogna.
E la memoria, nonostante il peso dei suoi macigni, sa essere cosa labile, purtroppo.
I luoghi della storia, i palcoscenici del popolo, i palazzi del potere.
Le colonne, le statue, la commemorazione e la celebrazione.
C'è un alone di sofferenza attorno ad ognuna di queste pietre.
E allo stesso tempo di magnificenza. Una sorta di gloria sommessa.
Quasi fossero dei promemoria levigati nel marmo, scolpiti nella pietra, fusi nel bronzo.
Pesanti e irremovibili. Imponenti e imperituri, posati lì a ricordarci il sacrificio, il dolore, l'impegno di tutto quel che è stato prima. Prima di adesso, prima di noi.
Nelle foto: Colosseo, via dei Fori Imperiali, Quirinale, Gianicolo, Piazza San Pietro.
Grazie anche per queste splendide foto.
RispondiEliminagrazie a te. perchè passi di qui, e ti fermi.
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