lunedì 12 febbraio 2018

avrei bisogno di un buon Cansiglio (ovvero voglia di neve sul finir dell'inverno)


Ieri sono stata in spiaggia.
Abbiamo infilato scarpe e sciarpe, cappelli e cappotti e ci siamo diretti verso la costa.
Un'oretta di macchina ed eravamo a Caorle, felici dell'idea avuta, un po' meno di vedere che no eravamo certo stati gli unici ad averla.
Poco importa, ho pensato, ben decisa a non sprecare tempo ed energie in pensieri malmostosi e sbuffi lamentevoli.
Avevo bisogno di vedere il mare.
Di sedermi sulla sabbia e raccontargli un po' di cose.
Di dirgli di aspettarmi, che l'inverno non durerà ancora a lungo.
E che la primavera volerà via, sempre troppo veloce anche quest'anno, ahimè.
Che torneremo a tuffarci, goffi, sgraziati e felici.
E asciugheremo al sole i nostri capelli crespi e arruffati e la pelle bagnata di sale.


Poi stamattina al risveglio ho ritrovato l'inverno fuori dal letto e oltre la finestra.
L'inverno freddo, umido, uggioso.
l cielo coperto, promessa di pioggia sicura e di sperata neve.
Ho davvero sperato, illusa da previsioni meteo vaghe e indecise, di sentire il primo fiocco di neve di quest'inverno bagnarmi la punta del naso.
E invece, a parte un rinnovato bisogno di copertina sul divano e pisolino pomeridiano, questo lunedì invernale non mi ha ancora dato la dose di neve che mi spetterebbe.


E così, ora che volge neanche tanto lentamente al termine,questa fredda stagione sta per lasciare il passo alla primavera senza che io abbia nemmeno messe piede nella neve.
E rischia di essere sempre il mio più grande rimpianto, ogni anno.
La mia voce non spuntata nella lista delle cose belle da fare.
La mia voglia non soddisfatta, la fame non saziata, la promessa non mantenuta.


Rimedio con l'illusione delle foto, e la consolazione dei ricordi. 
Una passeggiata vecchia di un anno sul Cansiglio, i boschi qui vicino, ad un'ora scarsa di macchina, tanto quanto dista la mia casa anche dal mare. 
In fondo è sempre lì che andiamo a  finire, quando l'inverno è agli sgoccioli, a prenderci la nostra piccole dose di candore e bellezza. 
A mantenere quella promessa che ogni anno facciamo, fiduciosi di avere tutto l'inverno davanti.


E così oggi, con la pelle ancora calda di sole e la sabbia nelle scarpe, eccomi qui a fare la stessa promessa.
Ad esaudire questa voglia di neve sul finir dell'inverno.
In fondo basta poco: una domenica e un'ora di macchina.
E poi, con altre foto bianche e ricordi luminosi nella memoria, potrò lasciar andare anche questa stagione, e prepararmi a fiorire di nuovo.


















giovedì 1 febbraio 2018

trenta dì: gennaio, o delle riprese


Gennaio è un mese che mi sembra sempre lunghissimo. 
Gennaio è un mese che non sempre amo. 
Gennaio è un mese che parla di inizi e riprese, e lo passo schivando l'ansia da prestazione che cerca di mettermi addosso.
Gennaio è un mese che raschia il fondo della mia scorta di vitamina D.

Ma qualche espediente per arrivare alla fine del mese l'ho trovato pure questa volta.
Senza aspettative, senza pretese i giorni sono passati uno dietro l'altro e di ognuno di loro, o quasi, conservo un pezzettino nella scatola dei ricordi. 

Di Gennaio tengo i giochi e gli esperimenti col ghiaccio, sul tavolo della cucina assieme ai miei bimbi.
Primo esperimento: uova preistoriche e disgelo.
Prendete dei palloncini da gavettoni, riempiteli d'acqua, metteteli in congelatore. 
Il giorno dopo, quando l'acqua sarà sicuramente tutta ghiacciata, "sbucciate" le uova. 
Preparate tre ciotole d'acqua: in una acqua fredda, in una acqua calda, nell'ultima acqua e sale. 
Immergete un uovo di ghiaccio per ciotola e chiedete ai bimbi secondo loro quale si scioglierà prima. 
Fate ipotesi, immergete le dita nell'acqua, stupitevi con loro e, soprattutto, divertitevi! 

Il secondo esperimento è ancora in corso e dobbiamo ancora vedere il risultato. 
L'idea mi è venuta vedendo questo post di Laura e Anna, e ne ho provato a fare una versione molto più semplice con sole foglie. 
Quando finalmente tireremo fuori queste ciotoline dal congelatore dovremmo avere una bella lanterna di ghiaccio e foglie e secche da illuminare e far sciogliere con una candelina dentro.
Perfetta e poetica metafora invernale,che non vedo l'ora di provare domenica, giorno dei nostri momenti lenti e piacevoli per eccellenza. 





Nella scatola dei ricordi di gennaio c'è anche la nuova cucinetta dei bimbi in salotto.
Non è cambiato molto in realtà, ma il comodino dell'ikea che usavano da sempre come forno e fornello era ormai decisamente troppo basso per le loro gambe spilungone.
E così via il vecchio rast, e benvenuta grandissima cassetta di legno.
Messa in verticale, con dentro una cassetta più piccola per creare un doppio livello, è ora pronta a cucinare minestroni di pigne, sassi e ghiande e pizze di panno.
Il piano di cottura è sempre lo stesso: piccolo, leggero e trasportabile!
Una mezza mensola con tre fuochi dipinti a pennello e acrilico.
Facile facile, veloce veloce, efficace efficace.



A gennaio ho anche tenuto il mio primo workshop di quiet books.
Cinque mamme attorno ad un tavolo di legno dentro ad una coloratissima libreria, a cucire e chiaccherare in compagnia tra tazze di panno ricamate, pupazzi di neve dalla lunga sciarpa arancione, aghi e fili colorati.
Un'esperienza stimolante che mi ha aiutata a capire una volta di più di come e quanto mi piaccia condividere le mie competenze con altri.
Di come la manualità e la creatività possano essere mezzi con cui veicolare anche altro, molto altro.




A gennaio mi è stato chiaro, una volta ancora, che io ho bisogno di fare. 
Ma questo gennaio, finalmente dopo tanto, mi è stato anche chiaro di quanto io abbia bisogno di sperimentare anche altri materiali, altre tecniche. 
Tornare  a fare per il semplice piacere di fare, senza vincolarmi troppo dietro a rigide regole di coerenza.
Così una domenica, sempre perché è il nostro giorno della piacevole lentezza, abbiamo tirato fuori il tornio per bambini che Babbo Natale ci ha fatto trovare sotto l'albero. 
Il primo approccio non è stato vincente, ci sono da fare ancora tentativi e prove, ma questo non ci ha fatto certo desistere. 
Son bastate le nostre mani, e la voglia di sentire l'argilla modellarsi sotto le nostre dita e dare forma a nuove cose e un paio dì ore sono scivolate via sul tavolo del salotto, mentre gli ultimi strascichi di questa lunga influenza ci tenevano compagnia.



(ritratto di famiglia su argilla)

A gennaio non sono mancati gli acquerelli, di cui semre più sento forte il richiamo, ma soprattutto il bisogno.
E credo proprio inizieranno presto a entrare a far parte delle mie creazioni.



A gennaio ha dato forma e nome ad un piccolo progetto, sempre creativo e sempre di condivisione, che mi girava in testa da un po'. 
Tutto è nato da uno strafalcione di mio figlio,il piccolo, che tanto piccolo più non è. 
Parlando, non ricordo onestamente di cosa, una vota se ne è uscito con quest'espressione, che contiene al suo interno uno degli errori più poetici, leggeri, ed evocativi al tempo stesso, che io abbia mai sentito. 
"Ogni simbolo giorno".
Mi è risuonata dentro a lungo questa frase.
E così ne è nato un workshop di ricamo legato all'idea di parola dell'anno (ma anche della vita, o del mese, o del progetto che abbiamo in mente), al concetto di simbolo guida che ci rappresenta, ed è cardine dei nostri giorni e dà la rotta ai nostro percorsi. 
Un lavoro di ricerca, introspezione, messa a fuoco e scelta che verrà poi tradotto in segni, tratti, colori e forme attraverso la paziente, lenta tecnica del ricamo a mano.
Quel che ne nascerà poi sarà una spilla, una sorta di distintivo che ci rappresenta, che ci appartiene e a cui apparteniamo.
Siamo soliti indossare o circondarci di marchi, loghi, simboli, parole in cui pur riconoscendoci non possiamo mettere qualcosa che sentiamo esclusivamente nostro.
Ecco io spero che questo laboratorio, questo filò creativo ed introspettivo, riesca a chiamare molte persone attorno al tavolo dove poserò il mio cestino con aghi e fili.




Il resto del mese l'ho trascorso a cercare di sciogliere qualche groviglio, sognare ipotetici nuovi futuri, ricamare lemme lemme come sono solita fare, cogliere attimi e dettagli attorno a me e godere di ogni momento, anche il più semplice, anche il più piccolo.





Ho scritto anche l'ultimo guest-post per il blog di Rita Bellati nel suo Myselfie Cottage per il progetto del My Seasons Corner.
Sembra ieri quando Rita mi ha proposto questa collaborazione di condivisione creativa legata al ciclo delle stagioni e a come accoglierle nelle nostre case e nelle nostre giornate.
E invece già un anno è passato, e questo gennaio, finite le feste, è stato tempo di dare il benvenuto all'inverno, ai suoi spazi spogli e silenziosi.
Vi lascio il link al post nel blog di Rita, così potete leggerlo lì.
"Inverno. aspettare per poi germogliare"










E ora un nuovo mese comincia.
Ho un nuovo calendario a tenermi compagnia in questo viaggio attraverso l'anno e le stagioni.
l'ho comprato su Etsy ed è della bravissima e delicatissima Abstractales.
Quello dell'anno scorso, della pure lei bravissima, Lisa Ciccone, era troppo bello, per non averlo più sotto gli occhi, e così ho ritagliato tutte le sue casine che ora rallegrano un muro altrimenti troppo spoglio del salotto.




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