lunedì 21 marzo 2016

Lunedì chiusin chiusino

Uno dei primi ricordi che ho di quando ero bambina è un set di pentoline di latta, rosse, con piccoli disegnini, dei fiorellini e degli animaletti, credo.
C'erano piattini, pentoline con il coperchio, forse anche una teiera. Mi pare fosse un regalo per i miei due anni, ma non sono sicura. Di certo una foto mi aiuterà a ricostruire.
Da lì in poi i ricordi iniziano a farsi più numerosi, nitidi, collocabili in un "lì ed allora", associabili a persone, momenti, atmosfere.
Molti sono ricordi sensoriali, più che aneddoti. Souvenirs materici, olfattivi, cromatici, sonori.
Il colore di un gioco, il profumo dei colori a cera, l'appicicoso della plastilina, il freddo della latta, l'odore della minestra all'ora di pranzo all'asilo, le voci di tutti i bimbi che srotolando assieme il tappetone nel salone all'unisono gridavano "oh issa, oh issa".
Moltissimi di questi ricordi appartengono proprio all'asilo. 
Ricordo nitidamente certi lavoretti, alla faccia, consentitemi di chi li snobba a volte.
Ricordo nettamente la castagna di plastilina spalmata sul foglio, la sensazione del pennello, grande, grandissimo che scorreva sulla carta pieno di tempera densa, le stelline d'oro e quel pennarello, sempre d'oro, a punta finissima che la maestra usava a Natale, per scrivere i nostri nomi sui biglietti d'auguri. Il bigliettino di Pasqua con il pulcino: se piegavi la carta apriva il becco. I fiori fatti con la carta delle stelle filanti arrotolata stretta stretta. 
Gli stampini con le patate. Le filastrocche. Alcune più di altre hanno mantenuto un posto saldo, ben fermo, nella mia mente. Per l'accattivante gioco di rime e quella tiritera allegra, non se ne sono più andate, e le ho poi raccontate io a mia volta, ai bambini a cui ho fatto da maestra. E ai miei, certo.

Con la primavera alle porte una è finita dentro dentro ad un libro di panno.

Eccola qui, ve la recito:

"Lunedì chiusin chiusino,
martedì bucò l'ovino,
sgusciò fuor mercoledì...
pio pio pio fè giovedì.
venerdì fè un volettino 
beccò sabato un granino.
La domenica mattina avea già la sua crestina."


La conoscete anche voi?
Era una breve filastrocca, tutta in rima, che insegnava i giorni della settimana attraverso le vicende di un pulcino piccino piccino picciò.
Le primissime vicende, a dire il vero, fin da quando pulcino ancora non è, ma se ne sta ancora dentro al suo ovetto.
Impariamo che il pulcino esce dall'uovo, poi impara a pigolare, a becchettare per mangiare e diventare grande, tentare piccoli e goffi tentativi di volo fino a quando ecco spuntare i primi segni di nuova età: una piccola crestina fa capolino sulla sua gialla testolina.



Ogni giorno un piccolo passo, un cambiamento, una trasformazione, un traguardo, una conquista.
E così, assieme ai giorni della settimana, imparavo anche che si cresce a tappe, per passaggi e conquiste, e che siamo sempre noi, anche se sempre diversi da chi eravamo ieri e da chi saremo domani.



Come sempre nei miei libri di panno ogni pagina prevede dettagli e particolari con cui il bambino può interagire e che stimolano così la percezione sensoriale, la coordinazione oculo-manuale, la motricità fine e lo sviluppo del linguaggio.



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Rispetta il mio lavoro. Questo post non è un tutorial. La copia e la riproduzione di questo libro e di queste foto sono pertanto vietate.

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