lunedì 27 aprile 2015

notizie dalla bottega: un foltissimo shop update


Prego entrate pure, accomodatevi. La bottega è aperta.
Non ci si vede da un po' da queste bande. Colpa mia, lo ammetto. O per meglio dire colpa di eventi avversi ed impegni vari, più o meno gravi, che si sono abbattutti senza clemenza e avvicendati in rapidissima sequenza nella mia ordinaria vita di tutti i dì.
Ma dopo la pioggia viene il sereno e quando il cielo si apre un po' è il momento giusto per far prendere aria ai locali.

Quello che segue sarà un post luuungo e folto. D'altronde sarà pieno di alberi, più folto di così.
Ho messo sugli scaffali della bottega delle creazioni che, stavolta davvero, mi piacciono molto. 
Cose che parlano di me, o meglio che hanno il mio sapore. Sento che pian piano c'è un mio stile che si fa largo tra le pile di panno e i metri di fili con cui ricamo forme. 
E' bello sentire che sto andando nella direzione giusta. 
Che forse non sarà vincente, ma è mia, mi appartiene e non mi chiede di scendere a compromessi. Faccio poche cose, pezzi unici, che impiego settimane a portare a termine, disegnando ogni pezzo, tagliandolo e cucendolo a mano, senza mai un goccio di colla, senza nemmeno l'ombra di una fustella. 
Creo con lentezza, cosa preziosa e rara, permettemi di dirlo, in un ambiente in cui sempre più spesso quello che viene spacciato per fatto a mano non è altro che un prodotto frutto di assemblaggio e modifica  di pezzi già pronti, in un tripudio di omologazione francamente spaventosa.
Ma non è di questo che volevo parlare. Anche se ho tutta l'intenzione di farlo prima o poi. Un post in difesa dell'handmade, o meglio dello slowhandmade, perchè è tempo ed ora che si inizino a fare le dovute distinzioni. (intanto se avete voglia leggete questo post, io quando l'ho letto mi sono sentita compresa  e meno sola).

Così in quest'ultimo periodo mi sono dedicata ad un soggetto a me molto caro, di cui ho fatto un mio personalissimo tormentone. E chi mi segue da un po' lo sa bene. 
Se vi dico albero delle stagioni, e se mi leggete da un po', sono certa vi verranno in mente i post in cui metto in bella mostra i nostri esperimenti pastrocchio-pittorici che inaugurano ogni nuova stagione, con tecniche e materiali sempre diversi. Bhè, era tempo ed ora di farne uno pure di feltro, no?

martedì 21 aprile 2015

credevo fosse hanami. e invece era presto

credevo fosse hanami 
Cronache postume, assai tardive, di domeniche marzoline. Quando, stufa della reclusione forzata per moleste e ripetute ondate d'influenza che hanno colpito ogni membro di questa famiglia in scrupoloso ordine e secondo criteri che prevedevano di colpire un solo membro per volta e sempre nei weekend, ce ne siamo andati in quel di Marostica e dintorni.
Determinata a riprendermi un po' per volta quei pezzetti di mondo e quei momenti di sereno e svagato gironzolare che nell'ultimo anno mi sono stati rubati. Troppo ferma io non ci so stare, ma la fortuna è che sono di bocca buona: basta davvero qualche scorcio di campagna, due pasi per un borgo vicino, una camminata in un bosco e come per incanto torno ad essere una persona serena, lieta e piacevole.

lunedì 13 aprile 2015

la scatola dei pezzi piccoli


 


La metafora mi si è palesata ieri sera, dopo cena. Davanti ai miei occhi, in mezzo ai miei piedi, sparpagliata sul tappeto.
La scatola bianca, vuota, scoperchiata in un angolo, il coperchio un po' più in là, e disseminato un po' ovunque tutto il contenuto. E' la scatola dei pezzi piccoli, così la chiamiamo.
Non cose, nemmeno giochi, ma pezzi.
Macchinine minuscole, sorpresine di ovetti di cioccolata, piccolissime stoviglie di winnie pooh, microbamboline, scarpette mignon, trottoline, palline, gommine, gattini, trenini, cavallini alati, celebrità disneyane varie e altre simili amenità. Tutto rigorosamente di plastica. Dura, morbida, gommosa, liscia, smangiucchiata, ma comunque plastica. Tutte queste meraviglie se ne stanno di solito rinchiuse tutte assieme appassionatamente dentro ad una scatola con coperchio che dimora in uno degli scaffali più alti, e quindi pressochè inespugnabili, nella cameretta dei bimbi.
Non godono delle mie simpatie, tale scatola e i suoi abitanti, lo ammetto. Trovo esteticamente inopportuna la loro presenza, sgraziate le loro fattezze, e riprovevole la loro capacità di espandersi in ogni pertugio di casa creando un disordine minuzioso che richiede poi operazioni certosine per essere debellato. Ma a loro piace, quella scatola di pezzi piccoli. Non avete idea di quanto piaccia a loro.
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