venerdì 29 luglio 2016

Scozia coi bambini: il parco (uno dei) di Beatrix Potter

Scozia-parco di BeatrixPotter
Ci voleva una tale ricorrenza a spingermi finalmente ad iniziare la lunga (lunghissima, prevedo già sarà lunghissima) serie di post sul nostro viaggio in Scozia.
Ieri era il 150 anniversario della nascita di Beatrix Potter.
L'ho scoperto ieri nel pomeriggio, mentre i bimbi pisolavano e io bighellonavo sul web, in un misto di assopita noia e indulgente calma che contraddistingue quel paio d'ore del dopopranzo in cui la canicola non suggerisce nulla di meglio da fare che oziare, leggere, pisolare.
La mente è subito corsa ad un anno fa.Un anno fa e poco più.
Ai quei primi quindici giorni di giugno in cui abbiamo attraversato la Scozia in (parecchio) lungo e (abbondante) largo.
Ho nella mente kilometri di parole ed emozioni ancora vivissime da raccontare. E dettagli, consigli, suggerimenti per chi volesse fare un viaggio in quella splendida e selvaggia terra con bambini al seguito. Soprattutto per chi volesse farlo in maniera comunque indipendente, senza agenzie o tour organizzati, che è come piace fare a me.
Finora ho sempre rimandato. Un po' per mancanza di tempo e soprattutto voglia: una certa stanca nei confronti di questo spazio ammetto esserci stata negli ultimi mesi, ma sta passando e sembra stia tornando la voglia di raccontare e di tenere traccia anche qui di ricordi, posti e cose belle.
Un po' anche per gelosia.
Ho avuto bisogno di lasciarlo sedimentare dentro di me quel viaggio, a lungo atteso, sognato, studiato.
Di lasciare alle sensazioni e alle emozioni il tempo di trasformarsi in ricordi, di coccolarli dentro di me e di scremarli.
Ho avuto bisogno che fosse mio, solo mio, ancora per un po'.
Ho avuto anche la sensazione, neanche tanto errata secondo me, che in fondo non potesse interessare chissà chi.
Ma invece credo, in un insolito per me impeto di sicurezza ed autostima, che invece in fondo a qualcuno potrà servire. Servire in senso utile e anche futile.
Per prendere spunto o semplicemente per poter viaggiare un po' attraverso foto e suggestioni, come faccio moltissimo io stessa.
E quindi, benvenuti a bordo, si parte. Destinazione Scozia.

I 150 anni di Beatrix Potter mi hanno dato il la ieri per cominciare a raccontare questo viaggio, perchè proprio ei è stata protagonista della nostra primissima, brevissima tappa.

Scozia-parco di BeatrixPotter Inizio giugno. Il tempo di scendere dall'aereo (il primo aereo per i miei bimbi...emozione letteralmente alle stelle), recuperare i bagagli e ritirare la macchina all'autonoleggio e via. Partiti.
Usciti dal parcheggio ad attenderci c'è la Scozia, subito verde, subito ventosa, subito fredda.
La guida a sinistra fa uno starno effetto, c'è poco da fare. Passo i primi venti minuti a farmela sotto ad ogni macchina che incrociamo. E non sono nemmeno io a guidare, ma chi è al volante assicura che è più facile guidando in fondo: basta seguire il flusso.
E' pomeriggio, possiamo permetterci una tappa nel tragitto che ci divide dal primo dei tanti ostelli in cui passeremo la prima di tante notti.
Da casa, nelle lunghe serate passate a leggere guida, spulciare il web, calcolare itinerari e tappe, avevamo già deciso dove ci saremmo fermati.
Dove avremmo posato per la prima volta i nostri piedi su questa terra che si stendeva di fronte a noi e dove avremmo sentito per la prima volta il vento sferzare i nostro volti.
Birnam. questo il nome di un piccolissimo paesello sulla strada tra Edimburgo e Pitlochry. Siamo nel Perthshire, regione verde, rigogliosa e morbida, ricca di boschi e piccoli cottages, ancora delicata e romantica rispetto alle più aspre, tormentate e selvagge Highlands che ci aspettano nei prossimi giorni.
Verde, delicata, romantica, morbida, ricca di boschi e costellata di cottage da favola.
Letteralmente.
E' qui a Birnam che veniva in villeggiatura Beatrix Potter. E' in questi boschi che passeggiava, e in tanto la sua fantasia viaggiava. E dava vita a storie e personaggi che una volta che sei lì capisci che non potrebbero essere stati diversi da così.
E la piccola e quieta Birnam a Beatrix Potter ha dedicato un piccolo parco e un piccolo museo.
Portare lì i bimbi come prima cosa da mostrare loro di questa Scozia di cui tanto si era parlato per settimane ci è sembrato il modo migliore di premiarli per tanta pazienza e per fargli capire da subito che quel viaggio era anche per loro.
Purtroppo il museo era già chiuso. Chiudeva alle 17.
Tutto chiude alle 17 in Scozia, segnatevi questa cosa. E si cena presto, prestissimo. Se siete tipi dai ritmi spagnoli come noi, mettetevela via...alcune cose ve le perdererete per forza.
Il museo di questo parco è una delle cose che mi è dispiaciuta di più perdere, perchè già da fuori era bello, figuriamoci dentro.

Scozia-parco di BeatrixPotter Scozia-parco di BeatrixPotter Scozia-parco di BeatrixPotter Scozia-parco di BeatrixPotter Scozia-parco di BeatrixPotter
Ci siamo "accontentati" di passeggiare nel parco: un gazebo di legno con pannelli raccontava la storia di questa scrittrice, foto, disegni, tracce del suo passato ancora così vivo.
E poi i sentieri che attraversano questo piccolo fazzoletto di verde, di quel verde che noi, non non avremmo mai, e piccoli stagni, e panchine per sedersi a leggere, o disegnare, o perchè no, schiacciare un pigro pisolino.
Qui e là, nascosti tra siepi, erba alta, fiori, piccole grotte e canneti ci sono loro. Tutti loro.
Peter Coniglio e la sua numerosissima famiglia, Jeremy Pescatore, la Signora Trovatutto (che va trovata, e cercata per benino!), Jemina anatra de' stagni, il Signor Todd...
Tutti immersi in questo angolo di pace, e ti aspetteresti di vederli prendere vita da un  momento all'altro.
Scozia-parco di BeatrixPotter Scozia-parco di BeatrixPotter Scozia-parco di BeatrixPotter Scozia-parco di BeatrixPotter Scozia-parco di BeatrixPotter

Il nostro primo approccio con la Scozia è stato questo.
Verde, pervaso di calma e magia.
E il nostro viaggio è continuato così.

Questo il sito del parco e del centro visitatori.
http://www.birnamarts.com/visitor-tourist-attractions/beatrix-potter-exhibition-garden/



mercoledì 27 luglio 2016

di domino e del domani

Fuori dalla finestra un atteso acquazzone sta finalmente stemperando il caldo che in questi giorni s'era fatto appiccicoso e molesto. 
Le nubi che coprono il sole e la temperatura subito più fresca fanno sembrare questo pomeriggio di fine luglio un pomeriggio di fine settembre.
Ma no, non è ancora finita questa lentestate. 
Manca ancora agosto, e le sue angurie rosse e zuccherine e la città vuota e silenziosa.
Mancano ancora le vacanze, e le valigie da fare e i posti da sognare prima e ricordare poi.
Manca ancora a settembre. E quando arriverà porterà partenze, ritorni, nuovi inizi.

Nel frattempo aspettiamo, senza affanni, godendoci questo tempo libero da resse e fretta. 
Le giornate scorrono placide, tra tempi vuoti ed oziosi, e momenti di vivace attività.
Assisto, basita a e commossa, eccitata  e malinconica, ai cambiamenti epocali che demarcano un confine via via sempre meno labile tra un'età e un'altra.
Cadono i primi dentini, si tolgono rotelle e braccioli.
Si misura la crescita in cose che si perdono e in distanze che si allungano.
Con il soldino del primo dentino caduto si è comprata un quaderno, perchè sta diventando grande e presto andrà a scuola.
Con il secondo un lecca lecca per lei, e uno per il fratello, perchè in fondo è ancora piccola.
Ci sono nuovi oggetti che entrano a far parte della nostra quotidianità.
La prima cartella. Bella, che più bella non si può.
Ci sono penne, astucci, diari da comprare.
A settembre si apriranno i cancelli di una nuova scuola e di una nuova età.
Una scuola con  nuove regole (non si può correre in salone, sai mamma?), nuove maestre e nuovi spazi. Un grande giardino senza scivoli, nè altalene. Ma tanti alberi, grandi, a far ombra a tanti bambini, ancora piccoli.

Giorno dopo giorno giorno imparare, leggere, scrivere, contare.
Intanto noi, in questa lentestate continuiamo a giocare.

Le foto sotto sono di un domino fatto in casa ancora l'estate scorsa.
Le avevo scattate per scriverci anche un post. Con il domino ci abbiamo giocato molto e a lungo, il post invece è rimasto tra le bozze, come molti altri.
Le metto qui ora, alla fine di questo post, nel mezzo di quest'estate.
Trovo sia un ottimo esempio di come si possa imparare giocando.

Per farlo vi serviranno del cartoncino ( noi abbiamo usato il cartoncino del fondo di un album da disegno finito), della carta colorata (o bianca e ve la colorate voi) e delle piccole fustellatrici, o in altrenativa forbici, buona manualità e tanta pazienza certosina.
Ah...colla  e forbici, ovviamente.

Tagliate dal cartoncino dei rettangoli uguali tra loro e disegnate una riga che li divida in due metà.
Con le fustellatrici ricavate le carie sagome che andrete ad incollare.
Ad ogni sagoma associate un numero, da uno a dieci.
Uno per l'orso, due per i cuori, te per i fiori, quattro per le farfalle, cinque per i quadrifogli e via così. Se non vi fosse chiaro (a me effettivamente spiegato così non lo sarebbe affatto...) guardate le foto che sono molto più eloquenti di me.
E luminose e piene di colore ed allegria e leggerezza, come spero saranno i giorni della scuola che verrà.









martedì 5 luglio 2016

la via dei casoni e l'isola del pescatore


Non di solo mare è fatto il mare.
Un giorno abbiamo noleggiato due bici e siamo andati a farci un giro nella campagna salmastra, tra casoni di pescatori, cigni, orti e case di contadini.












Abbiamo fatto il giro dei casoni, dopo una tappa gelato e quando il sole si faceva meno rovente.
Siamo arrivati fino all'isola del pescatore.
Si chiama così quest'angolo di laguna in cui ci si addentra solo a piedi.
Abbiamo messo giù le bici e ci siamo immersi in quest'angolo nascosto, quasi impossibile da immaginare a pochi chilometri più n là, sulle riviere piene di stabilimenti e ombrelloni e alberghi sulla spiaggia e divertimenti garantiti 24 ore su 24.
Qui la pace, un'atmosfera placida e  silenziosa, quasi addormentata, quasi per incantesimo.
Vecchi casoni, alcuni in fase di recupero, altri malconci e quasi abbandonati, altri vivi e vissuti.
Gli orti, nel pieno del rigoglio estivo: peperoni, zucchine, pomodori e melanzane, tirati su a sole e salsedine.
Fortunati gatti sonnacchiosi, galline raminghe, oche e anatre, stormi di farfalle e piccole flotte di barcarole attraccate a riva.






Uno di quei posti sospesi nel tempo e immersi nella natura, in cui aleggia quel non so che di ancestrale, di ritmi dettati dagli elementi, che non puoi domare e a cui ti puoi solo adattare.
Affascinante e spaesante, allo stesso posto.
Per un attimo, forse due, ho pensato che avrei anche potuto mollare tutto e vivere qui.
E' il fascino che questi luoghi, fuori dal mondo e dal tempo, esercitano su di me.
Mi capita spesso. Di lasciarmi sedurre dall'idea di una vita davvero diversa, dall'illusione che più estrema sia e più libera ed autentica possa diventare.
Passa in fretta, eh. Ma proprio subito.
All'ennesima zanzara ci avevo già ripensato.
Siamo tornati alle bici.
Dalle bici alla vacanza, e dalla vacanza a casa, e alle cose di tutti i dì.
Meno esotiche, ma non meno autentiche.





Questo post e queste foto sono vecchi di quasi un anno.
Erano tra le bozze dall'agosto scorso, da quando ero rientrata da una piccola vacanza di una settimana in campeggio a Caorle, il mare qui vicino, il mare delle piccole occasioni.
Il mare che mi va un po' stretto ma che ho imparato ad amare ed apprezzare, a sentire mio, e a pennellare di ricordi e gemme nascoste ad impreziosirlo.
Il giro in bici che abbiamo fatto quel pomeriggio è uno dei ricordi di viaggio più belli che ho.
E che lo annoveri tra i ricordi di viaggio, e non di vacanza, la dice lunga su quanto davvero mi sia piaciuto.
Perchè a volte davvero non conta quanto lontano vai per sentirti in viaggio, ma quanto dentro vai ad un posto, vicino o lontano che sia.

Questi sono alcuni link con informazioni, cenni storici e dettagli più tecnici se volete anche voi passare qualche ora in quest'angola di Veneto, tra campagna, laguna e storia.

http://www.diarioinviaggio.it/2015/07/20/casoni-caorle/

http://www.caorle.it/it/caorle/natura-percorsi/i-casoni-e-valle-vecchia

http://www.visitcaorle.com/mare-natura/natura/i-casoni.html

Tutte le foto sono mie e tutti i diritti riservati. Vietata la copia e la riproduzione.

venerdì 1 luglio 2016

i quindici


E così è di nuovo luglio.
Di nuovo estate, di nuovo vacanze.
Quest'anno scolastico si chiude e si aprono due mesi di lunghe giornate, pomeriggi assolati e tramonti tiepidi.

Quest'anno che tanto aspettavo e sembrava non arrivare mai, e invece, toh, è anche già finito, lasciandomi all'alba di nuovi inizi senza aver concluso nemmeno metà di quanto mi fossi prospettata di fare. L'ho già detto che il mio peggior difetto si chiama procrastinazione?

In quest'anno in cui entrambe i  miei bimbi frequentavano finalmente la stessa scuola, (stessi orari, stessi posti, stessi ritmi...una comodità e serenità senza pari) sono stta moloto, molto, molto meno propositiva nei loro confronti.
In fondo cinque giorni la settimana di scuola sono già abbastanza stimolanti.
In fondo ormai hanno talmente dentro di sè la chiave per intrattenersi e decidere che fare del loro tempo libero che qualsiasi mia proposta ludico, didattica, creativa che fosse sembrava quantomeno superflua.
Usciti da scuola tutto quel che volevano era una passeggiata, un po' di parco, cartoni, divano.
Il tutto condito di stanchezza, capricci, bisticci ma anche tanto gioco libero, spontaneo ed autogestito.

Ora che l'estate e il vuoto indispensabile di questo tempo vacanziero si stende di nuovo di fronte a noi torneremo a trovare spazi e momenti in cui sederci attorno ad un tavolo, o distesi sul prato, o scalzi all'ombra ristoratrice di seraphine la terrasse e dire-fare-creare assieme.

Nostri fedeli compagni saranno i Quindici.
Sono sempre stati con me. E ora sono sempre con loro.
E dietro a questi quindici volumi di letture, illustrazioni, storie, filastrocche e scoperte c'è una storia che amo sempre raccontare.
E' tempo di farlo anche qui.



I quindici che io avevo da bambina erano quelli di una mia cugina, la più grande.
Li avevo ricevuti in eredità assieme a pupazzi, bambole e vestiti per la barbie fatti a mano dalla sua nonna.
Mi piacevano un sacco, in particolare il primo volume, "filastrocche e rime", un'antologia senza tempo e senza confini di ninnananne, tiritere, scioglilingua, conte, indovinelli, filastrocche e poesie. 
Quando poi mia cugina è diventata mamma i suoi quindici sono tornati sugli scaffali di casa sua, tra le mani e sotto gli occhi dei suoi bimbi.
E io sono rimasta senza.
A malincuore.

Nel frattempo ero cresciuta anch'io.
Vent'anni e poco più, vivevo con le mie amiche, lavoravo al nido.
Un giorno passeggiando per un  mercatino di cose vecchie mi fermai ad una bancarella di libri usati, tra le mie preferite di sempre.
Tra i tanti libri c'era un volume dei quindici, non ricordo quale fosse, ma non era di certo uno dei miei prediletti. 
Chiesi al signor vecchiolibraio se per caso ne avesse altri.
"No", mi rispose, "ma se mi lasci il numero non appena riesco a metter su una collana intera te la faccio avere".
Ci salutammo così, lui col mio numero di telefono, io a mani vuote con la promessa di quei quindici libri che un giorno forse avrei potuto riavere tutti per me.

Passò il tempo e un giorno mi telefonò.
Disse che ci aveva messo un po', non sempre le collane che recuperava da vecchie cantine e polverose soffitte erano intere, spesso mancavano volumi o alcuni erano davvero troppo malandati.
Così aveva aspettato di mettere su una raccolta che fosse completa  e in buono stato, prima di chiamarmi.
Ora era lì, di fronte a lui, in una scatola di cartone.
Quindici volumi arrivati da chissà quante case diverse.
Chissà a quanti e quali bambini erano appertenuti, chissà quante e quali storie avevano vissuto.
Ci mettemo d'accordo per la consegna.
Me li avrebbe portati lui.
Arrivò, suonò il campanello e me li portò fin sù, al terzo piano. Non ricordo bene cosa fosse successo, ma l'ascensore non funzionava, e quindi salì a piedi, con quello scatolone tra le mani. 
Ai miei occhi era diventato definitivamente un eroe, quel vecchiolibraio che portava tra le mura della mia prima casa da grande quei quindici pezzi della mia infanzia.

Quella sera passai a sfogliarli, con le amiche, attorno al tavolo della cucina.
Tanti frammenti ricomponevano ricordi, come un mosaico.
Alcuni erano un po' scarabocchiati qui e là, ma davvero poca cosa. 
Ma lo notai perchè io ero invece ero stata una di quelle bambine che i libri non li scarabocchiava. E nemmeno mia cugina prima di me.
Ma mi facevano sorridere,quei tratti incerti di pennarelli, quegli segni sulle pagine. Provavo ad immaginare il bambino dietro a quello scarabocchio. E l'adulto che poteva essere adesso.
Chissà cosa faceva, dove viveva, chi era diventato.

Io ero diventata una maestra, di quelle "piccole", per i bimbi piccoli.
Filastrocche, nenie, pastrocchi, scoperte, storie e scarabocchi erano diventati il mio pane quotidiano.
Molto di quello che ero diventata era lì tra quelle pagine.
Fu una sorta di epifania, una collezione di dejà-vu, una mappa di segni e indizi inconfutabili che mi raccontava il perchè, spesso inconsapevole, di tante scelte fatte.
Era come il glossario delle mie competenze, il campionario dei miei gusti, dell'estetica che mettevo nelle cose che facevo e in quello che cercavo.
Da quel momento li ho sempre tenuti con me, letti e sfogliati per puro piacere personale e portati al nido per lavoro, fonte di infiniti suggerimenti ed ispirazioni, passatempi e stimoli.

Ora che dopo essere stata bambina e maestra sono diventata anche mamma alla storia di questi quindici libri si aggiungono altre pagine.
Sono i quindici dei miei bambini, stanno sullo scaffale della loro cameretta e fanno loro compagnia con letture, disegni, storie curiosità e tante attività. 
Il volume 14 è tra i loro preferiti.
Come dar loro torto?
C'è tutto l'art and craft che si possa immaginare.
Attività con carta, forbici, colla. Stoffa, fili, tessuti.
Maschere, costumi, travestimenti.
Ricette, esperimenti, intrattenimenti.
Giochi all'aperto e passatempi per i giorni di pioggia.
Ogni volta che lo sfoglio mi ricordo perchè su Pinterest non ci vado mai!
Ogni volta che lo sfoglio penso che un giorno ci vorrà di nuovo l'aiuto di un vecchiolibraio come quello che ho incontrato io che mi aiuti a metter su altre due collane intere di quindici.
Quindici per la mia bimba e quindici per il mio bimbo, per quando saranno grandi.















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