mercoledì 31 luglio 2013

a volte basta poco: conchiglie, legnetti e sassi

Quando la canicola si fa intollerabile, finchè il sole non scende un po' dietro la linea dell'orizzonte smorzando la potenza dei suoi raggi.
Quando uscire fuori significherebbe sciogliersi nell'afa apiccicosa ed umida.
Quando, tutto sommato in casa si riesce a stare abbastanza bene anche senza l'aria condizionata.
Ma applicarsi in qualche gioco movimentato o in qualche attività creativa...no, non ce la si fa proprio...ecco questo è il momento in cui ti rendi conto che basta poco, davvero poco.
E un'intera mezz'ora vola via, leggera e serena.


Una manciata di conchiglie, qualche legnetto, un po' di sassi.


Contenitori vari, di qualsiasi materiale.
Legno, plastica, latta.




Di forme e grandezze diverse.
In cui poter mettere, infilare, togliere, mettere, infilare, togliere, infilare, togliere, mettere...






E chi ha fantasia da far galoppare nel vento, nonostante il caldo magari può decidere che è giunto il momento di raccattare la legna e accendere il fuoco...





...o concentrarsi, assorta e impegnata, nella meticolosa attività della classificazione..."questa è una conchiglia, questo è un sasso, conchiglia, un altro sasso, ancora sasso..."

lunedì 29 luglio 2013

tutti in tavola. e ad ognuno il suo!

Gli ingredienti son sempre quelli.
I miei preferiti: feltro, panno lenci, forbici, ago e filo.
La ricetta prevede inoltre un q.b. di pace e calma attorno a sé, magari la sera, prima di leggere due righe e poi sprofondare la testa nel cuscino e la mente nel sonno.
I tempi di preparazione brevi.
Minimo sforzo, massima resa, grande soddisfazione!




E così ora ognuno ha il suo portatovagliolo, che fa anche da segnaposto, ovviamente...
e guai a sbagliarsi...che abbiamo una severissima tipetta di quasi tre anni che ci controlla e ci ammonisce!




Io ho la melanzana, perché nelle sue forme mi ci ritrovo e riconosco.





La mia bimba ha la carota, che è uno dei pochi ortaggi che mangia volentieri, sia cruda che cotta.
E poi, dice, l'arancione è il suo colore preferito.

 
 


Il papà ha il pomodoro, perché non ama il caldo, ma per fortuna, dice, d'estate ci sono i pomodori, che sono tanto buoni.





Il mio bimbo ha il limone, perché, proprio come questo allegro e succoso frutto, é fresco e leggero e sprizza energia da tutti i pori!





E ora tutti a tavola!
E ognuno al proprio posto!

giovedì 25 luglio 2013

trullalero trullalà...Alberobello eccoci qua

Puglia per me ha sempre fatto rima con trulli.
Ho sempre pensato che, una volta raggiunto il tacco dello stivale, non avrei potuto fare a meno di vederli.
E così è stato.
Durante il secondo giorno di viaggio all'andata abbiamo fatto tappa ad Alberobello.
Distava appena due ore dall'agriturismo molisano dove avevamo passato la notte...quindi l'arrivo al paesello da milleepassa trulli era previsto per l'ora di pranzo. Perfetto, semplicemente perfetto.

Ci siamo fermati a mangiare qualcosa in un ristorante appena fuori dal centro storico.
Avevamo trovato delle buone recensioni, aveva il parcheggio, era fuori dalla calca di orde turistiche e c'era posto...tutto in regola per un pasto veloce prima di andar per trulli!
Un piatto d'orecchiette per i bimbi ( fortunatamente portato subito al tavolo), antipasto e primo per noi.
Ecco...l'antipasto si componeva di una quantità smodata di piccole, e deliziose, portate: burratine, scamorzine, fiori di zucca fritti, carpacci, polpettine al sugo, insalatine di piovra...e molto altro che ora non ricordo nemmeno più.
Tutto ottimo, davvero.
Peccato per il ritmo, mooolto rilassato, con cui le portate uscivano dalla cucina...quando la cameriera ci ha portato l'ultima coppia di ciotoline ripiene di intingoli ci fa "...e con questo abbiamo finito. adesso arriva la pasta!"
In un'altra occasione non sarebbe stato un problema restare seduti dentro quel bel trullo a banchettare per due ore: siamo delle buone forchette e non amiamo la fretta, specialmente in viaggio.
Ma i bambini erano arcistufi di star là dentro e soprattutto il tempo a disposizione per la nostra pausa volgeva velocissimamente al termine.
I nostri "due passi" per Alberobello alla fine si sono rivelati proprio due, e anche abbastanza frettolosi, ahimè.






Abbiamo dato la precedenza al Rione Aia Piccola, il quartiere di Alberobello che conta meno trulli (400 circa ) , dal carattere residenziale.
Qui si può passeggiare con calma, senza schivare turisti ad ogni angolo, respirando un'atmosfera molto più genuina e  facendosi un'idea di come doveva essere il paese  prima dell' avvento del turismo di massa.
Certo l'atmosfera è comunque un po' sospesa ed irreale: quasi tutti i trulli di Aia Piccola vengono affittati come case per le vacanze, molti sono vuoti, in vendita o lasciati a sé stessi.
Ma ce ne sono ancora di abitati e vissuti, il che smorza, per fortuna, la sensazione di trovarsi in una specie di ricostruzione in un parco a tema.












L'atra zona di Alberobello si chiama Rione Monti, conta circa un migliaio di trulli ed è invasa dai turisti.
C'è una bottega di chincagliera pseudo-artigianal-locale all'interno di quasi tutti i trulli.
In alternativa baretti, chioschetti, vinerie e gelaterie.
Un sacco d'insegne, cartelli, espositori appena fuori dalla porta dei trulli lungo il viale principale.
Un'atmosfera, qui sì a differenza del rione Aia Piccola, da Gardaland.
C'è anche una chiesa a forma di trullo, con delle luminarie molto glam, molto Las vegas...
Per fortuna geranei e gelsomini spuntano qua e là, spiccano sul bianco latte della calce distraendo un po' l'occhio dal ciarpame...









mercoledì 24 luglio 2013

l'albero delle stagioni: estate

Ora che un giardino nostro non ce l'abbiamo più.
Ora che guardiamo dalla finestra le stagioni fare staffetta nel giardino dei vicini, o negli orti dei nonnetti del quartiere.
Ora che dobbiamo accontentarci delle terrazze che il mio pollice beige fatica a rendere fiorite e rigogliose.
Ora abbiamo un nostro personalissimo, rarissimo, specialissimo albero delle stagioni.
Non è molto grande, richiede poche cure, fiorisce e fa frutti e ci dà grandi soddisfazioni.
Se ne sta  appeso al muro in cameretta dei bimbi e tiene loro compagnia giorno e notte.

In primavera sui suoi rami sono sbocciati grandi fiori dai petali tondi.
Poi  sono spuntate tante piccole tenere foglioline verdi.
E ora delle rosse succose ciliegie si dondolano lassù.

Ma non sono ciliegie qualsiasi. Oh no no, proprio no.
Non si mangiano, non diventano marce, non cadono per terra.
Per averle è bastato
  • un momento di pace prima di preparare il pranzo,
  • della lana marrone,
  • forbici,
  • cartoncino,
  • plastilina rossa
 
Tagliare il filo di lana marrone in pezzettini lunghi qualche centimetro,


 
 
 
piegare i fili a metà, fare un piccolo nodo di modo da lasciare un'asoletta,

 
 
 
da un pezzo di cartoncino ritagliare dei cerchietti,
 
 
 
 
sminuzzare la plastilina rossa in tanti tanti tanti piccoli pezzettini...
 
 
 
 
...che andranno poi schiacciati e appiccicati ben bene ai cerchietti di cartoncino,
 
 
 
 
 
 
ora ogni ciliegia deve trovare il suo picciolo del cuore...
 
 
 
 
 
 
 
schiacciare e appiccicare altra plastilina per tenere assieme stretti stretti ogni ciliegia al suo picciolo
 
 
 
 
accompagnare tutte le ciliegie tra i rami dell'albero...
 
 
 
...e ammirare il frutto del proprio lavoro
 
 
 
 
 
 
p.s. le foglioline verdi sono state fatta con la tecnica del timbro-patata.
Non ci sono foto in merito perché a quella tranche d'attività ha partecipato anche il piccolo e a volte quando crea anche lui la macchina fotografica è bene che stia altrove, lontano dai suoi potenti lanci di colore...
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