La scatola bianca, vuota, scoperchiata in un angolo, il coperchio un po' più in là, e disseminato un po' ovunque tutto il contenuto. E' la scatola dei pezzi piccoli, così la chiamiamo.
Non cose, nemmeno giochi, ma pezzi.
Macchinine minuscole, sorpresine di ovetti di cioccolata, piccolissime stoviglie di winnie pooh, microbamboline, scarpette mignon, trottoline, palline, gommine, gattini, trenini, cavallini alati, celebrità disneyane varie e altre simili amenità. Tutto rigorosamente di plastica. Dura, morbida, gommosa, liscia, smangiucchiata, ma comunque plastica. Tutte queste meraviglie se ne stanno di solito rinchiuse tutte assieme appassionatamente dentro ad una scatola con coperchio che dimora in uno degli scaffali più alti, e quindi pressochè inespugnabili, nella cameretta dei bimbi.
Non godono delle mie simpatie, tale scatola e i suoi abitanti, lo ammetto. Trovo esteticamente inopportuna la loro presenza, sgraziate le loro fattezze, e riprovevole la loro capacità di espandersi in ogni pertugio di casa creando un disordine minuzioso che richiede poi operazioni certosine per essere debellato. Ma a loro piace, quella scatola di pezzi piccoli. Non avete idea di quanto piaccia a loro.
E così quando me la chiedono non posso far altro che prenderla e lasciarla alla loro mercè. Quel bazar di ludica minuteria è per loro il più grande dei tesori, a volte. Pacchiano, banale, per niente ricercato e, anzi, pure parechio anonimo, quel regno di plastica colorata è in grado di tenerli occupati per tempi lunghissimi. Sotto i colpi della loro fervida immaginazione e tra le loro mani prendono vita e diventano protagonisti di epiche avventure, strampalate storie e ardimentose costruzioni.
Sono pezzi piccoli, ma con loro, grazie a loro, fanno grandi cose.
E forse è proprio il tenerle tutte assieme, in un'unica scatola da aprire una volta ogni tanto , quasi con un che di sacrale ritualità, che la rende tanto speciale e preziosa ai loro occhi. Cose semplici, banali, ma che raccolte tutte assieme e riviste ogni tanto, messe in fila, o in cerchio, mescolate e combinate assieme danno vita a mosaici coloratissimi e, a loro modo, unici.
E anche la paccottiglia più kitsch, anche quel che a me sembrava intollerabilmente insignificante, diventa un tesoro, una gemma del ricco bottino che solo il tempo incantato dell'infanzia custodisce.
E così ieri sera, mentre, in ginocchio sul pavimento, cercavo di ricomporre e di riporre quel minutissimo ma difussisimo caos, ho pensato a questo posto.
A questo mio trascurato blog. A quanto e come possa sembrare banale, anonimo, superfluo e senz'altro tralasciabile, agli occhi di molti. Alla quantità di piccoli pezzi di questa mia vita ordinaria ci ho messo dentro, proprio come in una scatola. E forse metterli, tutti assieme, dentro ad una scatola, non li renderà speciali o straordinari agli occhi degli altri, ma in fondo non è questo quel che cerco, non è questo che mi interessa.
Ma ieri sera mi è stato chiaro che in qualche modo questo posto mi manca.
Che nonostante ultimamente spesso io mi chieda perchè l'ho aperto, perchè ci ho scritto, perchè ho voluto che pezzi, piccoli pezzi di me, finissero così sulla pubblica piazza, provando quasi un senso di spaesamento, di non riconoscimento tra la me che vive qui fuori e quella che si siede al pc, nonostante tutto ciò questo posto mi manca.
Ci sono vicissitudini e pensieri che passano attraverso carne ed ossa che vanno condivisi solo con persone in carne ed ossa.
Ci sono fatti che accadono tra quattro mura che devono essere raccontate solo a chi fra queste quattro mura ci entra.
Ci sono momenti che vanno vissuti solo con persone vicine. Che possono essere vicinissime anche grazie alle parole di un epistolario dei tempi moderni, che non viaggia tramite francobollo ma sui fili del telefono. Che un giorno ti parlano da dietro ad uno schermo, e sembra quasi possano guardarti negli occhi da lì dietro e poi, quasi per incanto, ti parlano guardando l'Adige che scorre sotto gli occhi.
E poi ci sono banalissime piccolissime cose piccole che, per qualche strana forma di narcisismo moderno misto ad ancestrale bisogno di raccontarsi, lascio andare libere nel mondo.
Son successe cose importanti, cose belle, cose grandi, cose davvero, ma davvero speciali grazie a questo posto.
E' la mia scatola dei pezzi piccoli, e c'è ancora posto per raccoglierne altri. Tessere di mosaici coloratissimi, a loro modo unici.
Ti ho aspettata...felice di ritrovarti...Paola
RispondiEliminafa piacere sapere che dall'altra parte del monitor c'è qualcuno che aspetta. dà la giusta motivazione a tornare qui più spesso. grazie.
EliminaBello questo post! Meno belle le cosette piccole piccole che accumulano i nostri figli e che poi noi, stufe, raccogliamo, mettiamo da parte, a volte gettiamo! L'idea di farne un tesoro in una scatola non è niente male!
RispondiEliminaconfesso che anch'io opero, a intervalli di tempo regolari, e pure piuttosto frequenti, delle drastiche selezioni e butto via. peccato poi mi senta morire quando uno dei due chiede dov'è quella tale piccola cianfrusaglia, dandomi prova di quanto quella paccottiglia sia per loro davvero un tesoro speciale!
EliminaAbbiamo anche noi la scatola dei pezzi piccoli e la vivo con le tue stesse sensazioni di amore-fastidio... mi ritrovo anche nelle tue riflessioni rispetto al blog: tanti piccoli pezzi di vita vissuta. Un abbraccio e felice di rileggerti!
RispondiEliminaciao Daria! felice io di averti qui!
EliminaAnche il mio blog è molto trascurato, sono tornata oggi dopo quattro lunghi mesi. Ma so che c'è, so che le persone care che ho conosciuto attraverso il blog, ci sono. Ti auguro tante cose belle! Bentornata!
RispondiEliminagrazie. e belle e buone cose anche a te, col blog e fuori!
Elimina:°°°°°°
RispondiEliminaPare che le parole non mi vogliano tornare
Però grazie per tutti i pezzettini (che in questo periodo mi suona molto cole parola)
ti mando un carico di pezzettini. e di abbracci.
EliminaMille cose ti vorrei scrivere sul blog, su cosa è per me, su come mi manca ma anche no, sui momenti di attrazione-repulsione, su come io lo senta tanto vero quanto a volte un pò leggero, così tanto parziale e incompleto e un po' inutile (il mio) . Lo farò presto, di scrivere su questo. Perché anche se non scrivo, da molto, ci penso abbastanza spesso.
RispondiEliminaMa nonostante le contraddizioni che a volte avverto, nella blogsfera e nel mio stesso blog, ci ho sempre messo e ricercato la verità, così come faccio fuori offline. Solo ciò sento autentico, che mi piace e che mi calza a pennello: e il blog, e non è un caso, ha creato per me solo cose belle e che mi calzano a pennello. Tra cui la connessione con persone che mi piacciono davvero un sacco come te...
condivido, stesse sensazioni, dopo un primo periodo di entusiasmo euforico. ora è subentrata unn po' di noia, demotivazione e soprattutto mancanza di tempo. o per meglio dire voglia/esigenza di impiegare il mio tempo altrimenti ed altrove. poi però mi trovo con 'ste cartelle piene di foto che mi dispiace non far vedere a nessuno, perchè se c'è qualcosa che ha bisogno di un "pubblico", cavoli, son proprio le foto. e certi pensieri, certi raccconti, aneddoti, piccoli pezzi che vien voglia di raccontare. perchè la verità è che senza la parola scritta ci so stare poco. e anche quella ha bisogno di essere letta. a presto, aspetto che torni anche tu!
EliminaDimenticavo: sappi che qui la scatola mista, come la chiamo io, mi disturba talmente tanto che è collocata nel ripiano più alto del loro scaffale. Qui raccoglie, così come da te, un'accozzaglia di sorprese kinder, gessetti rotti, scatole delle bolle quasi finiti, pezzetti di giochi plasticosi, corse da saltare,palline da badminton e molte altre cose sconclusionate. Ma tant'è: ci vuole. E anche loro, quando ogni tanto la tiro giù e la metto in salotto, ci stanno un sacco dicendo anche ohhhhhh!
RispondiEliminapure da noi...in alto in alto in alto!
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