vacanze romane: macro-rete dei draghi

Del diario di viaggio (ormai lontano...) romano era rimasto fuori l'ultimo capitolo. L'ho ritrovato fra le bozze e ora lo "sbozzolo" come una farfalla, leggera e variopinta.

Eravamo ormai giunti alla fine di quella settimana romana, quello che dovevamo fare e vedere l'avevamo fatto e visto, eccezion fatta per quelle rinunce sulle quali mi ero mesa il cuore in pace.

Era venerdì, e dopo una settimana di pioggerelline modeste e moleste, temporali stentati e sventati, ecco che il cielo si metteva a fare sul serio.

Nero plumbeo, pioggia a secchiate, vento e pure freddo. Olè.

Una di quelle perturbazioni destinate a durare tutto il giorno o giù di lì, non lasciando spazio a speranze di miglioramento.

E così ci giocammo la carta Macro che avevamo tenuto in serbo come un asso nella manica per risolvere un'eventuale giornata "no" con una buona dose di intrattenimento indoor.

La carta Macro consisteva in una visita a questo nuovo museo di arte contemporanea, che ha ridato nuova vita ad una vecchia e dismessa fabbrica, di birra mi pare (com'è possibile che chiudano anche i birrifici mi chiedo io...).

Il Museo non l'abbiamo visitato in realtà...non c'avevamo gran voglia. Ci siamo accontentati di far felici i bimbi e lasciare che si godessero  senza fretta alcuna questo virtuosismo all'uncinetto, intrecciato a mano da abili, e un po' magiche secondo me, mani nipponiche.

In italiano hanno tradotto il nome in maniera assai libera e fuorviante, come spesso accade. 

La rete dei draghi l'hanno chiamata..che a Cora faceva pure un po' paura e finchè non ha visto di che si trattava mica mi credeva che non c'era nulla da temere.

Harmonic Motion il suo nome originale. Rete dei draghi- Harmonic Motion. Fate un po' voi.

Comunque nome o meno, la sostanza non cambia: è una meraviglia!

Si tratta di un'installazione interattiva, grande, grandissima. Una struttura articolata su più piani e livelli di reti elastiche, coloratissime!, intrecciate e legate tra di loro sulle quali è possibile arrampicarsi, entrarci e salirci su fino in alto in alto in alto. Tanto in alto.

Per i bambini una giostra che ogni parco dovrebbe avere. Per i grandi una porta magica verso un mondo di libertà e gioco, un lasciapassare multicolore per un breve, ma intenso, viaggio nel paese dei balocchi dove prendere per mano il bambino che siamo stati. Per una come me una valle di colore e luce, su cui correre a caccia di istanti, angoli e prospettive come una bambina con un retino per farfalle.

Io non aggiungo altro, se non che ve lo straconsiglio: lo trovate qui fino a fine dicembre mi pare. Ed è pure gratis!

E ora, che colore sia!