martedì 29 ottobre 2013

Provenza: lavanda in fiore

Ci sono eventi naturali nel mondo che almeno una volta nella vita vanno visti.
Sono parecchi, e io so di essere già molto in ritardo sulla tabella di marcia e di questo passo qualcosa me lo perderò.
A meno che domani, per qualche strana ed improbabile evenienza, io inizi a vivere di rendita e a permettermi di viaggiare in tutto il mondo per quanto è grande e tondo.
La fioritura dei ciliegi in Giappone, l'aurora boreale, l'autunno nel Vermont per citarne solo alcuni.
La fioritura della lavanda era in questa lista e con mia somma gioia e grande appagamento dei sensi (vista e olfatto in primis) l'ho depennata con un bel tratto viola.
In Provenza siamo andati perché volevo restare a bocca aperta, ma soprattutto ad occhi spalancati e narici estasiate, di fronte allo spettacolo di quel mare viola e ondulato.
E lavanda ho avuto.
Subito.
Il primo giorno.





Il giorno prima eravamo partiti da Genova per raggiungere il B&B di Manosque, dove avremmo fatto tappa solo per una notte.
Al mattino, dopo l'abbondante e ottima colazione di Madame Francette siamo partiti alla volta di Valensole.
Abbiamo seguito le indicazioni della guida, che consigliava di percorrere a finestrini rigorosamente abbassati la D6 che attraversava il plateau de Valensole, ampia e pianeggiante zona dell'alta Provenza dov'è concentrato il maggior numero di fattorie che coltivano, intensivamente, la lavanda.
E noi si andava, lì in macchina, Paolo a guidare e a buttare un occhio al navigatore per essere certi di essere giusti, io a intrattenere Cora e a tirare il collo per scorgere un segno, un cenno viola, qualcosa, perché campi ce n'erano sì, ma non di lavanda.
E poi all'improvviso, in fondo in fondo all'orizzonte una linea viola, che pareva quasi un miraggio ai miei occhi assetati.
E più avanzavamo più quella linea diventava ampia, vasta, e l'orizzonte di fronte a noi a quel punto era solo viola e azzurro, solo fiori e cielo.
E più avanzavamo più quel viola ci abbracciava, circondava l'auto e avremmo voluto fermarci subito e scendere.
E invece abbiamo aspettato di averlo anche alle spalle tutto quel viola, e quando finalmente abbiamo accostato l'auto e siamo scesi attorno a te non c'era altro.
Davanti, di fianco, dietro.
Solo campi di lavanda.





E turisti, certo.
Tanti turisti, ma come dargli torto?
Ce n'era di tutti i tipi: viaggiatori zaino in spalla e comitive in torpedone, pensionati, coppiette, famiglie.
Nei campi era tutto un brulicare di otturatori che rubavano istanti colorati da portare a casa, di coppiette che passeggiavano mano nella mano, di giovani donne che con aria sognante annusavano l'aria e api ebbre che ronzavano e ronzavano.
Non ci siamo sottratti nemmeno noi ovviamente a questi piaceri: abbiamo scattato le nostre foto, abbiamo passeggiato, ci siamo addentrati nei campi, allontanandoci dalla strada e in poco tempo tutti quei turisti erano poco più che delle formiche un po' troppo cresciute.
E a quel punto abbiamo spalancato le narici e le porte della memoria, nella speranza di riuscire a portare a casa con noi almeno un po' di quella fresca e delicata nube profumata.



Siamo risaliti in macchina e poco dopo stavamo già parcheggiando l'auto di nuovo.
Il paesaggio ondulato e morbido dell'altopiano adesso non era più solo viola.
Attorno a noi una distesa di oro e viola, una scacchiera di lavanda e girasoli ci stava invitando ad un'altra passeggiata indimenticabile.
A quel punto la lieve foschia del mattino si era alzata e il cielo splendeva d'azzurro.





Sazi di fiori, profumi e colori abbiamo raggiunto Valensole, due passi tra le bancarelle del mercato, abbiamo comprato pane, formaggio e prosciutto e ci siamo rifocillati con un calmo picnic all'ombra degli alberi, in un'ampia zona verde a ridosso del piccolo centro.

Quella che abbiamo ammirato nella piana di Valensole è in realtà lavandin , nome che a noi in quanto veneti ha fatto sorridere, un incrocio di lavanda e spigo ottenuto all'inizio del xx secolo e coltivato intensivamente a partire dagli anni '50 per questioni di mera produttività.
A differenza della lavanda pura, che cresce ad altitudini più elevate ( tra i 900 e i 1300 metri), cresce un po' ovunque e produce una quantità di olio cinque volte superiore.
L'olio essenziale di lavanda dell'Alta Provenza, assai meno coltivata ormai, è tutelato dal marchio AOC (appellation d'origin controlée) dal 1997.
La fioritura e il raccolto variano quindi a seconda dell'altitudine a cui viene coltivata.
Generalmente la lavanda fiorisce per un mese circa prima di essere raccolta, cosa che avviene quando i fiori sono nel clou della "violezza" e il loro profumo è all'apice, di solito tra metà luglio e metà agosto.

Noi, andando a caccia di lavanda a inizio luglio abbiamo potuto godere del suo miglior spettacolo nella piana di Valensole, ma ci siamo persi l'immagine da cartolina all'Abbazia di Sénanque.
Ci siamo stati nel corso della settimana in cui eravamo di stanza a Isle Sur la Sorgue.
L'avevamo inserita in un itinerario che ci avrebbe portati a nord, con tappa pranzo a Gordes.
Purtroppo il cielo era grigio e piovoso e faceva pure un po' freschetto, ed eravamo letteralmente tra i monti.
E la lavanda dentro al cortile dell'abbazia era ben lungi dall'apparire fiorita.
Quella fuori dal muretto del cortile, non so per quale arcano motivo, invece era già un po' più avanti e qualche pennellata di viola ce l'ha regalata.
Mi piace pensare che i monaci cistercensi dell'abbazia abbiano fatto in modo che la loro lavanda fosse nel clou per quando le orde di turisti d'agosto sarebbero arrivati fotocameramuniti a caccia della loro immagine da cartolina.
Perché offerta turistica e vita monastica, in certi casi, vanno assai d'accordo.



Terza e ultima passeggiata.
Sempre partendo da Isle sur la Sorgue abbiamo dedicato una mezza giornata a un lento e ozioso girovagare per borghi e campi: Saignon, Buoux e qualche sosta attraverso il Plateau de Claparède, anche questo disseminato di campi di lavanda, ma meno estesi e meno fioriti, anche in questo caso per via dell'altitudine.
Credo che in questo caso si trattasse di lavanda pura.
Tutto aveva un aspetto meno massificato, e le orde di turisti erano ridimensionate a qualche sparuto viaggiatore indipendente.




...una delle nostre rarissime foto di famiglia, in cui riusciamo a comparire tutti...gentilmente scattata da una spagnola a zonzo per la Provenza con le figlie adolescenti.

Per altre note profumate guardate qui.

15 commenti:

  1. che figata...la lavanda mi fa impazzire...

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  2. No vabbè mi viene da piangere. Per due motivi: il primo è che la Provenza è il MIO luogo, e vedere quelle fotografie mi fa venire una malinconia bestiale perché non vedo l'ora di avere sessant'anni per andarci a vivere (lo farò). Il secondo è che sono stata in quegli stessi campi ma troppo presto o troppo tardi, così da non vedere mai la lavanda in fiore. Ti rendi conto? Sono stata all'abbazia dove peraltro ho comprato il miele alla lavanda più buono del mondo, che al ritorno ho centellinato per mesi. Che nostalgia!!!! (ma quanto sono belle queste fotografie? Tu e lei con quei colori, una meraviglia :)

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    1. anche secondo me la Provenza è un ottimo posto dove invecchiare: mare, monti, campagna tutto in una regione, buon cibo, buon vino e campi di petanque (le nostre bocce...) in ogni piazza...

      anche noi abbiamo comprato del miele alla lavanda, ma da un piccolo produttore lungo il plateau de Claparède... buono e delicato, ero un po' scettica e invece mi è piaciuto.

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  3. Sono stata in Provenza una sola volta in Maggio ed è rimasta nel mio cuore. Andarci durante la fioritura della lavanda è anche nella mia lista delle cose da fare. Intanto mi sono accontentata di piantarne diverse piante nel mio giardino in Italia e quest'anno è una delle poche fioriture a cui ho potuto assistere a luglio quando sono rientrata per le vacanze. Adoro il suo profumo, il colore dei fiori ed anche quello delle foglie che adornano il giardino anche d'inverno..

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  4. Oh che meraviglia... A me è venuta adesso la voglia di vedere la fioritura della lavanda in Provenza! ;)
    P.S. Stavo per scrivere "Ho trovato una sorella di capelli ricci" poi ho realizzato che si tratta del tuo compagno ^^' Ihihi
    Beh, allora, ho trovato un "fratello di ricci" ;))

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    1. il mio bel boccolone!!!
      è l'unico in famiglia ormai con i capelli lunghi oltre le spalle!

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  5. Fantastico! poi con i girasoli vicino è un tripudio di colori!
    però... ammetto... le api! ne sarei abbastanza preoccupata da andarmene presto... :(

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    1. allora non ti racconterò del momento in cui un'ape si è intrufolata tra i ricci (vedi sopra...) di mio marito.
      e lui si è messo a correre scacciandola convinto che ce l'avesse proprio con lui.
      e io intanto avevo lasciato che il mio spavento si manifestasse sotto forma di risata isterica e insensata.
      ti dirò solo che, sì sono tante, milioni di milioni, e all'inizio fa un certo che camminare in mezzo a quei cespugli e avvicinarsi con l'obiettivo temendo di disturbarle.
      ma è un fastidio ampiamente sopportabile e ripagato da tanta meraviglia!

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  6. da brividi queste immagini!! Provenza a giugno, non mi sfuggirai! (giugno, vero?)

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    1. meglio luglio, sai? la prima metà forse trovi meno gente e prezzi più bassi, motivi per cui noi siamo andati in quel periodo, ma la seconda metà forse trovi più lavanda in giro, anche in zone più alte.
      per non sbagliare vacci a cavallo della metà di luglio!

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  7. belle, bellissime....aspettavo le tue stupende foto....com era piccolina lei.....io voglio vederla assolutamente questa provenza.....e sono certa che sia io che mio marito vorremo invecchiare là!!!! un abbraccio!

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    1. era piccolina sì...non farmici pensare, va!...
      A presto, e vedrai che arriveranno altri post provenzali, mi sono messa di buzzo buono!

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  8. Che meraviglia, anche noi siamo stati in Provenza durante il periodo della fioritura ed ho fatto un milione di foto.
    C'era pure gente che si stupiva di quanto fossimo venuti bene visto che eravamo "casualmente" tutti vestiti di viola/marrone e verde.

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  9. io a volte provo a coinvolgere il marito nella vestizione "casuale", ma con scarso successo.
    Quest'estate a Ostuni io e i bimbi eravamo una nuvola di lino bianco, e lui...lui con i suoi soliti capi tecnici,"chè si lavano e si asciugano presto, così viaggio leggero", si giustifica il praticone!

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