lunedì 17 novembre 2014

l'albero delle patate

Mi è chiaro ormai. Il nostro albero delle stagioni si chiama così perchè ci mettiamo stagioni intere a vestirlo, svestirlo e rimetterlo a nuovo. Passiamo da un mese all'altro con i pennelli in una mano e la colla nell'altra. Iniziamo che la stagione nuova è agli albori e finiamo che momenti è già finita.
Quello di quest'autunno non è ancora finito, per dire. Però sta a buon punto. Non è bello come quello dell'anno scorso, ma si difende abbastanza bene. Almeno a mio modesto parere. Vi faccio vedere, poi giudicate voi.

Quest'autunno, dopo finocchi e pop-corn dell'anno scorso, è toccato alle patate. Un albero fatto solo con le patate. Se c'è una cosa che profuma di ricordi d'infanzia sono i timbri fatto con le patate, su questo non ci piove.
E infatti quando abbiamo iniziato non pioveva, e questo mite autunno si poteva ancora confondere con un tardivo colpo di coda estivo.
Ci siam messi sul tavolo della cucina, nostro prediletto luogo deputato al pastrocchio gastro-pittorico, e da alcune patate malandate abbiamo tirato fuori i timbrini che ci servivano.
Ho intagliato delle foglie e, ancor più semplice, delle mezzelune tagliando a metà degli spicchi. Opportunamente infilzati con degli stuzzicadenti i nostri timbrini erano pronti per tuffarsi nel colore.




Passiamo dunque alla scelta dei colori, piuttosto prevedibile. Rosso, arancio, verde per le foglie. Poi se le mischi assieme ecco che vien fuori il color autunno per eccellenza: marrone cioccolata calda.

 E ora...pronti, mezza, via: scatenate l'inferno e timbrate e/o imbrattate quei fogli, che diventino foglie e funghi!
Con la più grande ci siamo spinte in un esercizio di pittura quasi-calligrafica e di grande concentrazione: disegnare col pennello un manico ad ogni ombrello. Un po' li ho fatti io, altri li ha fatti lei. Precisina com'è è stao pane per i suoi denti.
E fin qui tutto bene. Eravamo a inizio ottobre, la scuola era appena cominciata e le nostre giornate viaggiavano a dei ritmi ancora sostenibili, in un ottimo equilibrio tra fare e non fare.
Poi. Le prime magagne. Io che dovevo sempre avere qualcosa da fare, cucinare, imbastire che guai a stare con le mani in mano altrimenti i pensieri ti sequestrano e sei fregata. Le giornate ancora belle che ci hanno tenuto fuori un sacco di tempo. La scuola fino alla quattro, che al rientro tra una merenda, un gioco, una doccia, uno sclero, un capriccio arrivi all'ora di cena che manco te ne accorgi. Io che mi sono fatta prendere dal sacro fuoco dello shop e se non stavo con l'ago in mano andavo in iperventilazione..insomma s'è fatto novembre e tutti 'sti fogli stavano ancora in attesa si essere tagliati e appiccicati al muro.

Quindi ecco che a novembre finalmente lei ha tagliato le foglie, io i funghi, lui ha attaccato il tutto al muro e come d'incanto l'albero dell'estate si è trasformato in albero dell'autunno. Tra poco è già ora di pensare a quello invernale. E mancano ancora da tagliare gli ombrellini e trovar loro una collocazione. Mi sa che ce li mettiamo via per l'anno prossimo!



 Ed eccolo qua...tadaaan! Carino no?! Felice, inoltrato, autunno a voi!






16 commenti:

  1. Ho visto vari disegni realizzati con le patate!
    E' un'ottima idea :)

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  2. Bello e colorato.... anche noi non sempre riusciamo ad andare al passo con le stagioni... per l'autunno ci siamo limitati a raccogliere in giro le foglie più belle e le abbiamo attaccate ai rami :D

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    1. io ne avevo raccolte un mucchio, letteralmente, per farne una ghirlanda. le ho dimenticate tutte umide nella rete del passeggino...

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  3. Bello bello! Mi vedo già un bel pomeriggio a stampini di patate! ;-)

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  4. Bello bello questo albero delle patate!!!

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  5. Lo stress da shop, come ti capisco. Hai il fiato sul collo, e neanche sai se quel che stai facendo venderà. Però bisogna provare, bisogna riempire, bisogna far foto decenti, belle descrizioni... le persone non sanno quanto lavoro costa!

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  6. Ps: amo il vostro albero, ma te l'ho già detto...

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    1. guarda il fiato sul collo me lo sto mettendo io da sola. ma ne ho un gran bisogno in questo momento, di darmi scadenze e impegni, di tenermi concentrata e attiva, quindi ben venga. diciamo che un alito vitale, più che un fiato sul collo! poi in quanto a vendere...what's vendere?!? qui ancora non si è visto un cliente, ad essere sinceri. per ora la cosa mi sprona a far di più e meglio. prima o poi mi demotiverà, probabilmente. per ora viaggio sul binario dell'entusiasmo dei principianti!

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  7. Che bella la scuola fino alle quattro che ti consente di stare con l'ago in mano e le mani in pasta senza pensare a dover giocare all'esploratrice che trova un drago e che deve uccidere il cattivo cavaliere nero (questi i nostri giochi dalle quattordici alle venti!!)

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    1. oh bè, la scuola fino alle 4 c'è solo per la grande, e nemmeno tutti i giorni. il piccolo è con me tutti i giorni, tutto il giorno, tranne nel nonni-day settimanale, salvifico per tutti! il tempo per l'ago in mano va dalle 14 alle 15e30, salvo risvegli dal pisolino, e la sera sul divano. tutto il resto è una creativa e fantasiosa, spesso improbabile e caotica, a volte calma e serafica, olimpiade dell'incastro giochi-mestieri-lavatrici-spese-pranzi e cene e merende da mettere in tavola e altre amenità, comuni a tutte le famiglie con pupi piccoli.

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  8. Che bello lo stampino con la patata, mi ricordo quanto era bello quello con le fragole, diversi post fa...
    Uh il capriccio e lo sclero di fine giornata: lo so, lo so. Ma mi hai fatto ridere lo stesso.
    Brava per lo shop: ora vengo a vederlo (io ceramiche ogni sera dopo cena e le mattine in cui non lavoro, quindi molto poco blog e a cena piatti molto molto basici, per non dire tristi!)

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    1. la fantasia in cucina ultimamente latita pure qui! ;-)

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