trenta dì: gennaio

Trenta dì conta novembre,

con april, giugno e settembre,

di ventotto ce n'è uno,

tutti gli altri ne han trentuno.

Istantanee di attimi, luci, colori e sapori che scandiscono il tempo dei mesi che si rincorrono l'un l'altro.

Soffia forte il vento lì fuori,scuote la tapparella e un po' anche a me, che tutto 'sto vento mi fa paura e non riesco a dormire.
Da giorni non metto il naso fuori di casa, e la cosa non mi dispiace.
Sono pur sempre in letargo, no?
Eppure qui fra queste quattro mura il fermento non manca mai.
Anche nel mese più lungo e lento dell'anno. Anche quando mi sembra di essere ferma e immobile, raccolta in questa parentesi di piccoli giorni che scorrono tutti uguali, eppure così diversi.
Credevo di essere stata con le mani in mano, di aver poltrito molto e concluso poco e invece scopro che ho messo giù qualche altro mattone, che ho diradato ancora un po' la boscaglia attorno.
Gennaio è stato lungo, ma mai noioso.
Gennaio è stato lento, eccome. E quando perdo la pazienza quanto sciocca sono a non crogiolarmi in questa lentezza?
Gennaio è stato grigio e umido fuori. E così caldo e luminoso dentro.

Gennaio e tanti compleanni.

Tanti compleanni vuol dire tanti balocchi da cucire. Mettersi alla prova: scadenze, esperimenti, tanto esercizio, un po' di sicurezza in più. 

E la porta è lì, quasi in piedi. Basta mettere la maniglia e poi potrete entrare.

Gennaio poco freddo, tanto bianco.

Yogurt, farina, la torta per la colazione e il sapersi gustare i piccoli piaceri: ecco il sapore di questi giorni.

Gennaio bianco e luminoso, anche se il pomeriggio è già notte.

E perdo il conto delle ore passate in cucina.

Solo alcune per mangiare. Tutto il resto è gioco, scoperta, colore e voglia di "mamma, apparecchio io la colazione".

Arriverà anche il tempo di uscire di qui, di starsene fuori sotto la brezza a sgranchirsi le ossa.

Per ora sto bene qui dentro. Che da fare non mi manca.