Frase sentita e risentita mille e più volte.
Sarebbe bello sentire più spesso qualcuno dire, senza lamento e biasimo nella voce, ma con una punta di piacevole approvazione, "ha pochi giocattoli ma gioca con tutto."
Ora io sono tutto fuorchè contraria ai giocattoli. Amo i giocattoli. Tutti.
E sono fermamente convinta che, nella giusta misura, tutti servano a qualcosa, dove per qualcosa si intende una qualsiasi delle fondamentali e necessarie attività per un bambino: imparare, esplorare, scoprire, capire, sperimentare, rilassarsi, concentrarsi, inventare, fantasticare, e, fondamentalissimo, divertirsi.
Palle, bambole, pupazzetti, macchinine, puzzle, pentoline, secchielli, palette, e sì, anche quei molesti aggeggi con suoni e lucine che rimbambiscono tanto noi quanto divertono loro, inutile negarlo.
Non c'è gioco che davvero vada bandito, a mio parere. Non in maniera categorica almeno. Non sulla base di differenze di genere, soprattutto.
L'importante è variare. Offrire, oltre al giocattolo precostituito, tutta una serie di oggetti di uso comune e quotidiano e materiali naturali.
Proporre di tutto un po', non cadere nell'errore di credere che ci siano materiali o giochi più validi di altri, magari sulla base di pedagogie o indirizzi educativi che per come vengono promossi e divulgati stanno di fatto dando vita più a brand costosi e a mode, perchè tale è a volte secondo me la natura di questi fenomeni.
Non credo nella superiorità incontrastata del gioco di legno, anche se ammetto che esteticamente è il materiale più vicino ai miei gusti. D'altronde sono pur sempre figlia e nipote di falegnami: son cresciuta di fianco, ma anche dentro, ad una falegnameria, la segatura copriva ogni cosa in giardino, l'odore di legno è l'odore dell'aria che respiravo, ho visto tronchi diventare travi grezze sotto il taglio di una sega a nastro e travi grezze passare sotto pialle e trasformarsi in porte, sedie, tavoli, culle, calessi e un'infinità di altri oggetti.
Quindi bello il legno,non si discute, ma anche la plastica ha la sua dignità. Così come la gomma, l'acciaio, la carta, la stoffa, la terra, la farina, l'acqua. Credere che un materiale sia più idoneo ad un bambino rispetto ad un altro significa solo privarlo del piacere di scoprire e provare attraverso i suoi curiosissimi ed affamati sensi la varietà del mondo attorno a lui. Significa negare un'opportunità.
Il bambino è scienziato dentro ed è suo fondamentale diritto e bisogno esplorare e sperimentare l'infinita gamma di sensazioni tattili, il variegato universo di suoni che ogni materiale sprigiona, le differenze di peso, le variazioni di temperatura, le consistenze della materia, la robustezza, la fragilità, la malleabilità.
Partendo da un tale presupposto è ovvio che i bambini siano pieni di giocattoli.
Perchè sanno giocare con tutto, giocano sempre, di continuo, giocano con una tale serietà ed impegno di cui noi spesso non siamo capaci nemmeno nelle attività che più amiamo.
Giocano con la stessa aria che respirano, con il loro corpo e lo spazio dentro cui si muovono, giocano con il pavimento che diventa mare, con il divano che si fa montagna e il tavolo che si fa casa e il tappeto che si fa barca.
Giocano con i sassi con cui si riempiono le tasche passeggiando sotto casa, con le briciole di pane sulla tovaglia, con la scatola vuota della pasta, con le mollette del bucato e con il bucato stesso, appena piegato mannaggia a loro...
Non c'è oggetto che passi tra le loro mani senza trasformarsi in strumento di ludica utilità.
Ricordo che da bambina, potevo avere quattro, cinque anni, uno dei miei giochi preferiti era sedermi sul marciapiede fuori dalla porta di casa e rompere i sassi con un martellino vero, il mio martellino personale.
Mi piaceva un sacco, passavo il tempo lì, concentratissima, con un piglio da geologa a confrontare le linee di spaccatura, il numero di pezzi in cui ogni sasso si rompeva, la superficie liscia del sasso e quella ruvida della crepa.
Con le dovute accortezze in tema di sicurezza (ora come ora non metterei ancora un martello vero in mano a Zeno...) non c'è oggetto e materiale che non possa essere proposto ai bambini, e combinandoli tra loro si possono creare giochi ed attività degni del più grande ed innovativo produttore di giocattoli, che magari con l'allettante scusa del design e dei materiali eco-certificati e blablabla si fa pure pagare uno sproposito.
E si "educa" il bambino non tanto a non cadere nella noia e nell'ozio, che sono sempre fondamentali e di primaria importanza, ma piuttosto ad inventare da sé, a saper scorgere nel mondo attorno a sé nuove risorse ed opportunità di svago, diletto e apprendimento.
Tutto 'sto papello perché?
Perché a volte temo che questa mia piccola rubrichetta possa diventare trita e noiosa.
Eventualità assai probabile, visto che altro non è che una raccolta di banalità, in fondo.
Un'antologia del gioco da niente, dell'idea da due minuti,che nulla di strepitoso, sensazionale o innovativo porta con sé.
E so che lì fuori, grazie al cielo, ci sono tante altre famiglie con la stessa consapevolezza.
Tante mamme e papà e insegnanti che con creatività e fantasia mettono a disposizione dei loro bimbi piccoli tesori di cose semplici, banali, quotidiane, eppure tanto preziose.
Che non cadono nel tranello dell'alternativa omologante.
E io ci tengo, a modo mio.
A mostrare e a tenere traccia di queste piccole trovate, alla portata di tutti, a costo zero.
Per ogni persona che promuoverà, pubblicizzerà, canterà lodi sperticate del più nuovo e stiloso giocattolo eco-friendly, (che ribadisco piace pure a me, non sono certo immune al fascino delle cose belle) io starò qui a far pubblicità alle "scoasse" (spazzatura in dialetto veneto, per chi non lo sapesse).
A far vedere che anche un bambino di due anni scarsi e vivacità abbondante riesce a starsene seduto minuti, decine di minuti, con quattro cose tirate fuori dalla dispensa e salvate dalla pattumiera.
E lo faccio anche per me, perchè a volte mi perdo anch'io in un bicchiere d'acqua, e la stanchezza di certe giornate mi offusca la vista e non mi ricordo che in realtà basta poco.
Pasta: rigatoni e ditalini.
Degli stuzzicadenti, lunghi.
In vendita, in eccezionale offerta promozionale, nelle vostre case.
ma che gioco creativo...scommetto che tuo figlio sta ancora giocando.... :)
RispondiEliminaè un tipetto parecchio fracassone, ma ultimamente inizia a giocare con più calma, e gli oggetti piccoli rapiscono la sua attenzione, e con questo giochino mi ha permesso di cucire per venti minuti continuativi!
EliminaNon è mai noioso ciò che scrivi.L'ho già detto e lo ribadisco.
RispondiEliminaIl mio pupo essendo il primo nipotino di famiglia è stato sommerso di giocattoli dai nonni, dal momento in cui è nato..è sono tutti molto stupiti (persino un pò offesi) che lui passi il suo tempo giocando con delle semplicissime scatoline di cartone che ho riempito di oggettini differenti, perché facessero diversi rumori...
Qui da noi si chiamano "scovazze", ma sempre di quello parliamo.. :-D
grazie cara, sei sempre gentile :-* !
Eliminadunque...lunga vita alle "scovazze", che effettivamente è quasi come "scoasse"!
Ma che noiosa! Ti copierò' qs idea!
RispondiEliminagrazie Mimma! :-*
Eliminavai vai, copia e proponi! vedrai che non s'annoierà!
A me piace sempre un sacco il tuo cappello ^_^
RispondiEliminaIn ogni caso mi piace un sacco anche il tuo approccio al gioco, alla semplicità, alle cose di uso comune (che poi, non è quello che cercano???).
le cercano eccome! ed è un peccato quando invece viene loro detto di no...perchè non sono cose da bambini.
EliminaMIo figlio si diverte con la scatola azzurra. farina di mais e una macchinetta. All'infinito!
RispondiEliminami pare quasi di vederlo..a fare i rally nel deserto di mais! spettacolo!
Eliminaquesto week-end ci provo!!! mi piace molto l'idea, vediamo se il mio piccolo di 23 mesi riesce a stare fermo 10 minuti!
RispondiEliminail mio ha esattamente 23 mesi e ti garantisco che è rimasto "fermo" molto più di dieci minuti! provare per credere! ;)
Eliminacondivido ogni parola che scrivi. brava. e bello anche il gioco che proponi.
RispondiEliminagrazie mille!
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