mercoledì 22 ottobre 2014

secchiello o scherzello?

Fra le dipendenze da cui mai guarirò, e nemmeno mai vorrò guarire, ci sono i formaggi. Quelli freschi in particolare. Mozzarella, ricotta, stracchino, casatella, stracciatella e, lei, l'unica,  la sola, l'incomparabile, l'ineguagliabile burrata. Quando mangio una burrata, alla temperatura giusta, con il perfetto grado di scioglievolezza all'interno io vado in deliquio, giuro. Seduti a tavola con me mentre ne addento voluttuosa un pezzo potreste vedermi chiudere gli occhi e abbandonarmi senza ritegno nè dignità ad un momento di libidinoso piacere gastronomico. 
Da quando ha aperto una focacceria pugliese vicino a casa io sono una donna felice.
Posso uscire, fare due passi, varcare la soglia della loro bottega e tornare a casa con una burrata degna del suo nome: 350 grammi di bianca golosità, da tagliare in quattro, portare in tavola e darsi al gozzoviglio. Altro che quelle burratine del supermercato...buone, per carità...ma piiiiccole, così piccole che me le mangio in un boccone. Unico pregio: la confezione, 'chè se il packaging è una piaga ambientale, la possibilità di trasformarlo, riciclarlo e reinventarlo, bè, questo lo assolve da parecchie accuse. 
Queste burratine per esempio venivano vendute in questi secchiellini neri, piccoli, con il loro coperchietto, nero pure quello, e un piccolo manichetto. Era estate quando me i sono ritrovato tra le mani e subito il pensiero è corso qualche mese avanti e il loro destino di rifiuti scampati alla pattumiera era già segnato: sarebbero diventati cestini porta dolcetti per la festa più pauuuurosa dell'anno.

Ecco qui la loro metamorfosi, avvenuta l'altra mattina, tra un ragno e un pipistrello.

Carta adesiva nera per rivestire i secchielli. Fatto.
Dei disegni a tema, zucchette, streghette, fantasmini, teschietti, da appiccicarci sopra con un po' di colla. Fatto. e anche finito.
A quel punto rimaneva solo una cosa da fare: riempirli di leccornie, golosità, schifezze. 
Un sacchetto di gelatine alla frutta è stato riversato sul tavolo, provocando un delirio euforico-glicemico nei bambini, riportati subito all'ordine, si fa per dire, da un piccolo giochetto, che i secchioni della didattica chiamano sorting, e che io, senza pretese chiamo "dividi per". In questo caso dividi le caramelle per colore. Così le caramelle al lampone sono andata con le caramelle al lampone, quelle al limone con quelle al limone e così via, fino ad esaurimento, scorte non mio, una volta tanto!



Ecco qui. Ora questi secchiellini giacciono, ancora pieni ed intonsi, in cima alla credenza, da quasi una settimana e resteranno lì ancora una decina di giorni,fino a quando, la sera di halloween, verranno portati alla festicciola, se magagne e virus di stagione ce lo permetteranno.
Incredibile che siano ancora tutte lì le caramelle? Nooo, non da noi. Non siamo golosi di caramelle, noi. Noi qui ci facciamo di cioccolata. E burrata, ovvio.

Piccolo p.s. in tema autunnale: A casa di Ale per chi si cimenta con stoffa-carta-creta-pittura-quelcheglipare c'è questa simpatica iniziativa ! Partecipate! E che vinca il migliore!

5 commenti:

  1. Adoro i formaggi ^-^ e questa tua idea di usare i barattolini come secchielli di Halloween è davvero carina e originale :) ora ho voglia di caramelle :)

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  2. IO AMO LA FOCACCIA INVECE :-) DA BUONA GENOVESE SENZA NON POTREI VIVERE :)

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  3. dipendente da formaggi freschissimi, presente.
    ma ci sto lavorando, eh.
    però quest'idea dei secchielli paurosi mi mette di nuovo voglia di formaggetti... mi sa che te li copiamo ^_^

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  4. Qualcuno ha detto "dipendente dai formaggi"?? Eccomi :)) Troppo carina questa idea, adoro le idee riciclose!

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  5. Un ottima idea di riutillizzo! E poi preparare tutti questi secchielli con i bimbi dev'essere stato magnfico!!

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