nel bosco

Domenica siamo andati nel bosco. "Una" domenica, non ieri, che qui la differita è ormai una cifra stilistica.
Era una bella giornata, iniziata col sole e finita con il cielo vagamente velato, il tepore d'ottobre ci ha invitati fuori e noi siamo andati.

Mi piace andare nel bosco, dopo un pranzo in malga poi, ancor di più.
Nello zaino una merenda, un golfino di scorta, fazzoletti.
Bello passeggiare nel bosco. Con due orsi ai piedi poi, ancor di più.
Un ramo raccolto da terra, indispensabile bastone da passeggio per avventurarsi tra distese di foglie secche, pozze di fango, piccoli pendii poco scoscesi tra radici contorte e sassi ballerini.

Bello passeggiare nel bosco. In autunno poi, vuoi mettere? 

Lei, la grande, non voleva nemmeno venire. Diceva che era buio, nel bosco, le faceva paura. 

Oh, no. Non è buio nel bosco. Ci sono molti alberi, alberi grandi, alberi vecchi, alberi alti. Fanno tanta ombra, ma non è buio. Non c'è da aver paura, nulla da temere. Dove c'è ombra c'è sole, al di là dei rami fitti sopra le nostre teste. Non temere. Serve anche questo. Attraversare sentieri stretti nella penombra nel bosco.  Una volta dentro vedrai, non è buio come sembra. Ci sono colori e prodigi. Un mondo da immaginare, passo dopo passo. 

Mi piace passeggiare nel bosco. 

Torno un po' bambina. Ai tempi del banco di scuola. Mi si apre davanti agli occhi il libro di scienze. Ritrovo tutto lì, tra mucchi di foglie accartocciate: muschi, licheni, felci, l'humus, i funghi. Sembra quasi di sentire la voce della maestra e l'odore dei pastelli. I miei disegni goffi sulla pagina del quaderno, solcata dalla mia mano sempre troppo pesante.

Nel bosco è bello passeggiare in silenzio. Trattenere per qualche attimo perfino il respiro e sentire le foglie che piovono a terra, su altre foglie, levando nell'aria un piccolo, minuscolo, lievissimo suono.
Ma è un'impresa assai ardua passeggiare in silenzio con due piccoletti al seguito che danno il ritmo della marcia a suon di cos'è, perchè, dove, dov'è, facciamo finta che, ti ricordi  quando ero piccola, mamma, mammina, papino, cos'è, dove, dov'è, perchè, perchè, perchè...e via così.

Nel bosco Lui, il piccolo, ad un certo punto, tra un cos'è e un perchè mi ha chiesto "mamma, pecchè fai moltografie?"

Perchè per me è come giocare. A te piace giocare, vero? Anche alla mamma, tanto. 

Quest'affare nero che mi vedi appeso al collo, è una scatola magica. Cattura la luce, gli attimi, il tempo, i colori. E guarda in questo bosco, quanta luce c'è, hai visto? Hai visto come cambia, da un momento all'altro, da un angolo all'altro? E io posso prenderla, metterla qui dentro, e portarla con me. E' come un parco giochi per i miei occhi, questo bosco. Come una caccia al tesoro. Il premio è un bottino di ricordi e piccole cose belle, che non sono brava a raccontare con le parole. E allora le scrivo così, con la luce, che mi viene meglio. Vieni con me, vieni a giocare, andiamo a moltografare un altro po'.

E passeggia passeggia finisce che il bosco finisce. Si esce dal sentiero, si torna fuori.
Hai visto, c'è ancora luce. Era tutta sopra le nostre teste, e noi eravamo lì dentro, in quella selva di colori.