martedì 7 gennaio 2014

commedia di natale: ultimo atto

Eccoci giunti all'ultimo capitolo di questo racconto.
Quello in cui una buffa e strampalata vecchina a cavallo della sua scopa tutte le feste si porta via.


Ieri a sera inoltrata, ormai notte, è andato in scena l'ultimo atto.
Nel silenzio della casa addormentata calze sono state riempite di dolci e leccornie.
Un piccolo spuntino è stato consumato.
Il tutto con movimenti goffi e maldestri, a dire il vero, e con un certo trambusto di sottofondo...ma per fortuna tutto è filato liscio e non è rimasto altro da fare che aspettare il mattino.






E al mattino, come previsto, c'è stato chi si è lanciato sugli avanzi e chi, ancora con gli occhi pieni di sonno, è corso goffamente verso le sorprese che la notte aveva portato con sè.




Molta cioccolata, qualche clementina, pop corn.
E un candy cane per i pupazzi, espressamente richiesto dalla grande di casa.
Un bel carico di dolcezza.
Una scorta per affrontare i prossimi giorni.
C'è chi torna al lavoro e non sarà qui a casa tutto il giorno a portare a spasso i bimbi, a cucinare manicaretti, a rifare il letto, a indugiare la sera sul divano perchè tanto domani si dorme.
C'è chi torna a scuola,dopo una lunga, lunghissima assenza.
Sembra averne una gran voglia, e stasera ha riempito entusiasta il suo zainetto.
C'è chi durante queste vacanze aveva imparato a dormire fino alle nove, anche oltre, e ora dovrà essere tirato giù dal letto e caricato in passeggino molto probabilmente ancora in pigiama, senz'altro ancora mezzo addormentato.
E ci sono io, che a quest'ora sono ancora sveglia e pimpante e domattina sarò uno straccio e faticherò a connettere prima delle dieci e brancolerò per casa confusa e smarrita,con una montagna di cose da fare e una voragine di torpore sotto i piedi.
E la cosa più difficile sarà accettare che domani è martedì, non lunedì.
E martedì è il giorno di chiusura della pasticceria vicino a scuola.
Io non so come farò.


13 commenti:

  1. La ripresa dopo 15 giorni di stop e' sempre dura ma ci si riabituerà presto vedrai, io tra l'altro, da mamma "degenere" sono pure contenta che riprenda l'asilo ed oggi al lavoro mi riposerò di certo! ;-)))

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    1. io non lavoro fuori casa, e con mio marito in ferie 15 giorni io mi sono riposata davvero tanto.
      invece adesso sono di nuovo sola dalle 6e30 del mattino alle 6 della sera.
      e non è sempre facile....
      poi nell'ultimo mese i bimbi avevano iniziato a giocare davvero assieme, e il piccolo a casa senza la sorellona si sente un po' perso e io in questo momento per lui sono un ripiego, neanche tanto entusiasmante!

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  2. Confermo che è stata dura...Siria l'ho dovuta praticamente buttare giù dal letto e lavare e vestire mentre ancora sonnecchiava, non ti dico poi le lacrime tra le braccia della maestra...cmq arrivata in ufficio ho trovato ad attendermi caffè e brioche, tutto sommato mi è andata bene!
    Buona ripresa!

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    1. qui invece è andata meglio del previsto.
      l'ho svegliata dicendole che doveva tornare a scuola, e il dialogo è stato il seguente:
      ma è mattino?
      sì, è mattino.
      ah. ho capito.

      e anche a scuola è corsa dentro tutta pimpante!
      adesso dorme della grossa!

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  3. Che bellissimo post e foto...complimenti. NI

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  4. Come sempre ho amato tutto, calze belline da morire e soprattutto i candy canes bianchi e rossi di feltro! Un grande abbraccio e un buon ri-inizio! Dopo il rodaggio immagino che riprenderai la mano.

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    1. come sempre grazie!
      i candy canes hanno soddisfatto molto pure me, per il prossimo natale ne prevedo una grossa produzione!
      sto rodando, con molta calma...pure troppa!

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  5. Sei sopravvissuta alla chiusura della pasticceria? Lo sai che il martedì è chiusa anche la nostra, di preferita? Io oggi invece sono stata sotto shock: la ripresa della routine dopo le vacanze natalizie l'ho sempre sofferta, sin da bambina. Dunque stasera ci siamo fatti un budino al cioccolato fondente gigante e ora sai che faccio? Il Bis prima di andare a letto.
    Ah dimenticavo: cosa non ti piaceva davvero in campagna in quanto tale? (al di là del coabitare di cui ho letto e di cui capisco perfettamente il valore ma anche le difficoltà oggettive)

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    1. i survived! ;)

      per quanto riguarda la campagna..cercherò di essere breve e concisa, anche se ci vorrebbe un post-fiume per spiegare bene tutto senza cadere in banalità.
      comincio col dirti che prima o poi nella vita mi piacerebbe rifare un'esperienza di cohousing, ma non tornerei mai in campagna.
      sono arrivata a non poterne più della nebbia, del fango, del grigiume, del buio presto, della macchina per fare qualsiasi cosa, di essere immersi nel nulla.
      se lì in quel casolare immerso in dieci ettari non ci fosse stata anche la possibilità di coabitare non credo saremmo mai andati da soli a vivere così fuori, soprattutto volendo mettere su famiglia.
      poi dipende cosa s'intende per campagna: io ho vissuto i miei primi vent'anni con campi davanti e dietro casa, ma a cinque minuti a piedi c'era una fermata del bus per muoversi in autonomia.
      dove ho abitato in cohosing invece c'erano cinque chilometri prima della civiltà.
      e per noi che avevamo una macchina sola, per scelta e per costi, non era sempre facile.
      mio marito si faceva 5 km di bici, due dei quali per strade strette e buie, e poi trenta minuti di treno per andare al lavoro. idem per tornare.
      se pioveva prendeva la macchina e io restavo bloccata lì, tra fango e campi...
      in realtà il problema è sorto quando ci siamo resi conto che il progetto di condividere anche un'auto nella cohousing non sarebbe mai partito.
      a me è pesato molto anche essere sempre lì...quando ci siamo trasferiti lavoravo ancora, poi sono rimasta incinta e mi sono ritrovata a casa da un giorno all'altro, con mio marito al lavoro e gli altri della casa affaccendati nelle loro cose lì o fuori casa anche loro.
      e poi quella veneta non è sempre facile chiamarla campagna: si tratta ormai di appezzamenti di terra rimasti incastrati tra periferie, zone industriali e centri commerciali, il tutto attraversato da reticolati di autostrade e tangenziali.
      quando passeggiavo lungo la strada che portava fuori da lì ad un certo punto toccava fiancheggiare il passante...capirai che natura...
      e infine io non stavo in una villetta in campagna.
      abitavo in una fattoria. che non è esattamente un posto da rivista country.
      chi veniva da fuori era sempre molto affascinato e si perdeva in mille"ma che meraviglia, ma beati voi"...io verso la fine rispondevo "bello sì, un mese d'estate in vacanza, con il sole e senza impegni".
      anche l'idea che molti hanno di una campagna priva di pericoli per i bambini è assai distante dalla realtà, soprattutto in una fattoria: ci sono attrezzi e macchinari, spazi aperti, canali e fossi, e lì c'erano anche due laghetti, e se fossimo rimasti lì avrei avuto non poche difficoltà a gestire due bambini così piccolo all'aperto da sola.
      senza contare le difficoltà logistiche che avremmo incontrato al momento di portare cora a scuola e l'impossibilità di lasciar sperimentare ai bimbi la loro autonomia un po' alla volta crescendo, di muoversi da casa da soli, di vivere una vita al di fuori dei campi e delle galline (bellissimo eh, però dopo un po'...c'è bisogno anche di altro).
      tutte queste considerazioni sono date ovviamente da due fattori principali: non avevamo scelto di fare anche una vita rurale, di vivere di agricoltura e campi, requisito importante per vivere bene nel contesto dove eravamo, abbiamo sempre sentito anche il bisogno di uscire, di muoverci, di avere anche altro.
      e infine la nostra scelta di non avere una seconda macchina.
      ora che la muoviamo a malapena una volta la settimana faremmo volentieri a meno anche di questa, se nel nostro comune ci fosse una forma di car-sharing come a venezia.
      non stiamo in una grande città, abbiamo tutto a portata di piedi, il quartiere è tranquillo, c'è un clima da villaggio dove tutti si conoscono, per ora stiamo bene così, stiamo vivendo con tempi molto più rilassati di quando stavamo in campagna, e per me è una gran bella conquista.

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    2. ...ecco, lo sapevo.
      è venuto fuori un papiro.
      e non ho detto nemmeno tutto quello che volevo dire, come lo volevo dire.
      dannato dono della sintesi...mi manca proprio.

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  6. Ciao cara e grazie infinite per questo bellissimo racconto: hai reso l'idea, mi sembra di vederti lì in quella pseudo campagna veneta di cui parli. E il coabitare deve aver aiutato ma anche appesantito, se ben intendo. Ti scriverò - dilungandomi moltissimo anche io - ancora su questo argomento che mi sta tanto a cuore ma che, ahimè, è complessissimo perché è pieno di variabili che possono trasformare un ipotetico scenario "vita in campagna" in mille forme totalmente diverse tra loro. Per questo che ci pensiamo su con calma e lucidità.
    Buonanotte se per caso leggi ora. Io provo a dormire qualche ora perché ho la terza gnoma che ha grandi difficoltà col sonno, lately... Notte

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    1. il coabitare ha senz'altro influito sul vivere in campagna, se la composizione del gruppo fosse stata anche solo un po' diversa forse avrebbe funzionato alla grande e noi saremmo ancora lì, a vivere la più grande delle nostre avventure, la più forte e ricca delle esperienze, e ora starei qui a decantarne lodi e virtù.
      sarebbe bastata un'altra famiglia con bambini, con le nostre stesse esigenze pratiche e logistiche, e senz'altro avremmo risolto almeno una parte dei problemi che in quei tre anni sono sorti. Poi certo, ce n'erano altri.
      non mi sarà mai possibile avere un'opinione del vivere in campagna che sia in qualche modo "vergine". è statadavvero un'esperienza forte, che a volte mi manca come l'aria e altre volte guardo con rasserenato distacco.
      pensateci, bene, e con calma, valutate tante cose, infiniti fattori, le vostre risorse ed esigenze, non solo attuali ma anche in divenire.
      noi abbiamo deciso di andare lì nel giro di 15 giorni, eravamo in affitto e saremmo andati in affitto, nulla da perdere, tutto da guadagnare.
      abbiamo provato la periferia, il centro città, la campagna e ora il piccolo centro.
      ci manca la montagna, a cui dico no a priori, e il mare a cui direi romanticamente sì subito, e Venezia, certo, che sogno finalmente liberata.

      ho letto stamattina...ieri alle dieci e mezza eravamo tutti e quattro nel mondo dei sogni.
      spero che anche la vostra notte sia stata serena!

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