trenta dì: maggio

Non avrei davvero il tempo di sedermi qui al pc in questo momento. 

Moltre cose ho da fare, sistemare e preparare.

Ma ho un gran bisogno di un caffè freddo, per la caffeina e per la freschezza, visto il caldo che fa.

E pure di fermarmi un attimo a raccogliere le idee e raccontare attimi, chiudendo capitoli e preparandomi ad aprirne di nuovi.

Il tempo è poco, e ultimamente sembra essersi ristretto ancor di più.

E più "fai cose" e meno tempo hai di raccontarle. 

Lascio la parola a chi è più veloce ed eloquente di me. 

A chi, in un battito di ciglia ed un click di otturatore ruba istantanee, colori, luci e ricordi.

Di un maggio che è volato via. 

Un maggio balengo, che un giorno era novembre e il giorno dopo di nuovo maggio.

I loro salti e io che salto, spesso, pure troppo, e poi mi scuso e cerco di spiegare la spinosa faccenda del perdere la pazienza, facendomi piccola piccola quando da una voce, quella sì davvero piccola, mi viene detto "non fa niente". Con tanto di carezza sulla testa, mia. 

I loro giochi appassionati e i miei tentativi di trasformare una passione in lavoro, mettendomi in gioco.

Le feste di compleanno, di fine anno, di anniversario. Maggio vince il primo premio come mese festaiolo, non c'è dubbio.

E un po' di Venezia, che a maggio è sempre una buona idea.

E poi la noia, la demotivazione, la cocciutaggine, le delusioni, gli incoraggiamenti, le pacche sulle spalle, la stanchezza infinita, gli acciacchi molesti, i contrattempi, gli intoppi, la voglia di partire.

Un viaggio da organizzare, ogni sera dopo cena, cartina in una mano e adrenalina nell'altra.

Le ultime cose da mettere in valigia, ora, proprio ora.