martedì 4 febbraio 2014

il lavoro che non ho

Si è appena consumato quello che considero il miglior momento della giornata.
Il mio preferito. Quello a cui rinuncerei con immane fatica, quello che un giorno mi mancherà come l'aria.
Prima del primissimo pomeriggio, quando dopo aver rassettato velocemente ed approssimativamente la cucina, intorpiditi dall' abbiocco postprandiale ci stendiamo sul lettone, sotto una vecchia coperta di lana a quadri arancio e marrone. Un libro, spesso due, a volte tre, poi ci accoccoliamo, naso contro naso, avvolti in un abbraccio talmente stretto ed avvolgente che sembra quasi di riaverlo nella pancia, i respiri che si sincronizzano e scivoliamo nel sonno, assieme.
Io mi sveglio poco dopo, questione di dieci minuti poco più. Come se svenissi, mi abbandono a quell'oblio ozioso e caldo e quando ne riemergo mi sento carica e riposata come se avessi dormito per delle ore.
Sguscio fuori dalla coperte, lenta e calma, metto un cuscino a sostituire la mia presenza lì al suo fianco, e incrocio le dita che non si svegli,che continui a pisolare mansueto ed angelico per almeno un'altra ora.
Da tre anni e mezzo le mie giornate si spezzano così, con questo momento di riposo e pausa dal mondo, io e loro da soli, nella penombra della camera.
Se dovessi riprendere a lavorare sarebbe il momento della giornata che mi mancherebbe di più.
Se avessi ancora un posto di lavoro ad aspettarmi lì fuori sarebbe questione di giorni.
Ho dato fondo a tutte le possibilità che avevo, ho preso tutto quello che potevo prendere: maternità obbligatoria, molto lunga nel mio caso, poi quella facoltativa,  poi tutte le ferie accumulate e sei mesi di aspettativa non retribuita, che scadono a giorni.
Ma il mio lavoro lì fuori non c'è più, il nido dove lavoravo ha chiuso, non ci sono altre mansioni per me al momento e mi ritrovo a zero ore, come da piccola clausola di quel contratto a tempo indeterminato che ho firmato anni fa e che ora vale poco, anzi nulla.
Che fare? Da mesi me lo chiedo.
Potrei fare anche a meno di chiedermelo, visto che la risposta la conosco benissimo.
Aspettare, ecco cosa.
Che anche il piccolo cresca quel tanto che basta da iniziare la scuola materna, perchè il nido è proibitivo.
Pagare una retta mensile di quella portata, qui si parla di quasi 400 euro al mese per il comunale..., è un sacrificio che affronta chi deve lavorare per tenersi il posto, l'ho sentito dire a tutte le famiglie che in dieci anni di lavoro ho incontrato.
E non fatico a crederci. Anche lì dove ci sia comunque la consapevolezza che, nella giusta misura, il nido sia un luogo valido ed un'opportunità per i bimbi, resta sempre vero che è una spesa importante, che incide gravemente sul bilancio di una famiglia e alla quale si rinuncerebbe volentieri.
E noi al momento attuale ci rinunciamo.
Non perchè le nostre entrate siano tali da permetterci di vivere allegramente e spensieratamente con un solo stipendio in quattro.
Non perchè io sia una di quelle "fortunate perchè si può permettere di non lavorare", frase che sento troppo spesso e che troppo spesso mi dà un po' sui nervi...non posso permettermi di non lavorare per grazia ricevuta, ma abbiamo fatto in modo di potercelo permettere, il che significa scelte di vita, economiche e non solo, che fossero sostenibili con poco: una casa modesta che richiedesse un piccolo mutuo, una sola auto, niente parrucchieri-palestre-vestiti e scarpe nuove ad ogni stagione e così via.
E anzi...la verità è che ora ora quasi non posso permettermi di lavorare.
Perchè un mio lavoro fuori casa porterebbe nelle nostre casse  a malapena tanto quanto dovrebbe uscirne per permettermi di andare al lavoro. Ammesso e non concesso che tale lavoro potesse avere degli orari tali da non richiedere il supporto pure di una baby sitter, altrimenti non basterebbe nemmeno. Sai che affare...
Cosa molto probabile visto che: mio marito parte da casa alle 6e30, il lavoro di educatrice prevede orari assai mattinieri (aprono alle 7e30) e quindi dovrei, a seconda dei turni, partire all'alba pure io e se il nido di mio figlio apre alle 7e30 e la scuola di mia figlia apre alle 8 qualcuno che li viene a svegliare,vestire e porta fuori di casa bisognerebbe pure trovarlo, no?
Senza contare chiusure, assemblee, vacanze, malattie, scioperi, cataclismi, varie ed eventuali.
E quindi niente, si aspetta. Sperando che un part-time salti fuori quando anche il piccolo andrà alla materna e allora avremmo da pagare solo i buoni pasto, che non sono a buon mercato qui da queste parti comunque.
Perchè nel frattempo, mentre io facevo la mamma a tempo pieno, lì fuori è scoppiata la crisi, o così la chiamano, e anche nel mio settore non si lavora più come un tempo.
Che ci sia crisi veramente o meno richiederebbe un discorso lungo ed articolato che spesso mi frulla per la testa e che prima o poi verrà fuori. Dico soltanto che fatico a definirla crisi, questo momento senz'altro difficile: crisi mi suona sempre come qualcosa di improvviso, traumatico, radicale, mentre io quel che vedo è solo la naturale conseguenza e la ovvia evoluzione di un sistema politico e sociale per niente lungimirante e solidale, obbediente a dinamiche economiche e finanziarie che confondono il profitto con lo sviluppo.
Ma questo è un macrodiscorso, fumoso e confuso, buttato là da una che nella vita ha scelto di guadagnarsi la pagnotta cambiando pannolini e imbrattando fogli di carta con pennelli e pittura.

Nel frattempo tante idee vagano per la mia mente: progetti, voglie, entusiasmi.
Ogni tanto avverto il bisogno di sentirmi economicamente utile, di mettermi alla prova con qualcosa di più di questa quotidianità, che pure mi dà il suo "bel daffare", di rimettere in campo vecchie competenze e esercitarmi in nuove abilità.
E riuscire a farlo senza minare troppo la calma di questo nostro giorno dopo giorno è un piccolo sogno, che accarezzo io come molti altri, ne sono certa.
Nel frattempo si è fatta ora di svegliare il piccolo e andare a prendere la grande che esce da scuola.
Nel frattempo, forse, ha pure smesso di piovere. Sarebbe anche ora.





48 commenti:

  1. Come sai non ho figli quindi nessuna esperienza diretta, ma ho sentito parlare di rette del nido da oltre 500 € da queste parti (e non parlo di famiglie particolarmente benestanti!). E' veramente un salasso, non parliamo poi di chi ha più di un figlio...

    Un part time? Oh che chimera! Non conosco nessuna, tra amiche e conoscenti varie, che abbia questa fortuna :S

    Perchè non prendi in considerazione di fare la tagesmutter? Potresti fare una specie di mini-nido in casa, così mentre ti occupi dei tuoi guadagni qualcosa. Ma forse sto dicendo delle sciocchezze: perdonami ma parlo di cose che non conosco!

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    1. nei nidi privati 500 euro al mese sono la norma...il problema è che costano un sacco pure quelli pubblici.

      per quanto riguarda il nido in casa...è una lunga storia.
      prima di avere figli ho sempre creduto che se fossi diventata mamma avrei egregiamente risolto il problema della conciliazione famiglia-lavoro proprio così. se sono entrata in cohousing è stato anche perchè c'era la possibilità di metter su qualcosa del genere, un agri-nido in fattoria...mica pizza e fichi. poi le cose sono andate come sai, e no se n'è fatta più nulla.
      ora ovviamente ci ripenso, è proprio uno di quei progetti che mi frullano per la testa, per il quale nutro tanto entusiasmo quante perplessità: diventando mamma mi sono resa conto che essere educatrice e mamma allo stesso tempo mi sarebbe impossibile.
      l'ideale, ed è quello verso cui mi sto indirizzando, sarebbe una via di mezzo: dei laboratori ludico-didattici, degli atelier in casa, qualche mattina o qualche pomeriggio, magari anche con le famiglie. un modo per "divulgare" un po' di conoscenze e di attività e allo stesso tempo far stare anche Zeno in mezzo ad altri bimbi, che non andando al nido e con la sorellona a scuola lo vedo parecchio perso.
      insomma ho un mucchio di idee, ma ci vedo ancora poco chiaro.
      e comunque, come vedi, hai detto tutt'altro che una sciocchezza...anzi!

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  2. Anch'io come te. Educatrice per professione e per vocazione, dopo 10 ho lasciato...nonostante il pt non riuscivo più a gestire i we e le serate al lavoro con la prole. Ora spero in questo autunno, in qualche supplenza o chissacosaltro :) certo da gestire con un tempo pieno di mamma taxi-accompagnatrice-cuoca-tuttofare...chissà con cosa ci stupirà il futuro, intanto speriamo in un po' di cu## :)

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    1. se lavoravi anche la sera e i we ci credo che hai mollato.
      e comunque hai centrato il punto: anche con il part-time più agevole si rischia di non riuscire a farcela ad incastrare tutto e va a finire che per quattro ore di lavoro ti tocca pure pagare qualcuno che rattoppi qui e là le tue giornate...aiuto.

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  3. Questo post avrei potuto scriverlo io, dalla prima all'ultima riga. Mi colpisce sempre leggere di altre donne e mamme che hanno fatto scelte simili alle mie e poi s'interrogano con le stesse domande, o quasi.

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    1. sì, lo so. è una questione comunissima.
      anche tra le mie amiche, siamo tutte un po' nella stessa barca.

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    2. Ripasso per dirti che mi puoi trovare anche a questo link :-)

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  4. secondo me occorre reinventarsi. tu hai tante doti. sono sicura che verrà fuori qualcosa.

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    1. so di avere tante passioni ed interessi, doti non so. ho sempre l'impressione di saper fare molto, ma nulla davvero bene. e questo mi crea delle insicurezze che ogni tanto bloccano e demotivano i miei slanci.
      comunque dici bene, reinventarsi è la parola chiave.
      grazie, davvero.

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  5. mi ricordo di momenti simili, con lo stesso senso di pienezza e calma... bellissimi. io ho messo da parte il mio lavoro di architetto per poterli crescere senza deleghe, così ho voluto, così ci sembrava più giusto e in effetti l'ho potuto fare. non capisco perchè ti fa arrabbiare chi dice "me lo sono potuta permettere", oggi rinunciare a uno stipendio può essere difficoltoso se non impossibile. è chiaro che l'ho potuto fare perchè abbiamo rinunciato a molto altro (vacanze, mobili in casa, per non parlare dell'abbigliamento) ma quella ci è sembrata la priorità su tutto.
    adesso che vanno alla materna entrambi penso a come potermi reinventare un lavoro nel tempo che ho a disposizione, anche se poi è un tempo relativamente libero perchè significa solo rimandare le cose da fare in casa....

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    1. non è che mi faccia proprio arrabbiare, per carità. diciamo che mi lascia un senso di amarezza misto a sconforto quando chi lo dice sottintende che il permetterselo, il non lavorare, sia dovuto unicamente a fortuna, come se vivessi nella bambagia e priva di preoccupazioni, pensieri e difficoltà, come se a fine mese le bollette si pagassero da sè o come se la casa fosse mia invece che della banca per i prossimi trent'anni.
      e come hai sottolineato tu è difficoltoso stare con uno stipendio, e in questo senso sono senz'altro fortunata perchè lo stipendio di mio marito almeno è sempre arrivato puntuale in questi mesi. ma abbiamo fatto in modo di farcelo bastare. so benissimo che in alcuni casi è proprio impossibile. in altri invece è necessario, volontariamente necessario secondo me.
      ma ci sono dietro scelte, rinunce e priorità, appunto. ognuno ha la sua personalissima scala di rinunce, e quello a cui rinuncio io può sembrare indispensabile o meno, e viceversa.
      e poi certo, ci sono tutti i casi in cui tocca lavorare perchè altrimenti perdi il posto e se esci dal mercato del lavoro chissà quando ci rientri, casi in cui il secondo stipendio per i primi tre anni di vita serve solo a pagare le "deleghe" di cui parlavi tu. e sarebbe toccato pure a me così, se non fosse che il lavoro ha pensato di mollarmi prima lui.

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  6. Io ho un lavoro full time ma penso sempre a come sarebbe la nostra vita se non lo avessi...goditi i tuoi piccoli e nel frattempo quello che aspetti arriverà!

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    1. me li sono goduti, e continuo a godermeli senz'altro. ripeto che finora per noi non sarebbe stato nemmeno conveniente che io lavorassi: il mio lavoro non è esattamente tra i meglio pagati e gli orari non sono molto compatibili con la gestione di un famiglia, passami il termine orribilmente tecnico.
      intanto crescono, e qualcosa arriverà...

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  7. carissima Shaula, un post per le mamme dei nostri tempi! Io sono rientrata al lavoro da una settimana... fortunatamente part-time perché penso che le orsette mi sarebbero mancate troppo... soprattutto in quei momenti speciali di coccole...come hai sapientemente descritto!

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    1. sì, in effetti quando si prendono a mazzate, fanno mille capricci al secondo e creano il caos intorno e ovunque forse ci mancano un po', solo un po...meno ;)
      per come la vedo io dovremmo lavorare tutti, ma meno.

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  8. Cara shaula, questo post e'quello sino ad ora che più m ha presa, ha "smosso " più corde che vibrano in me. Ti scriverò con calma e non dall'I-phone senza occhiali come adesso . V

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    1. ti aspetto, senza i-phone e con gli occhiali ;), 'notte!

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  9. Riflessione attenta, profonda e consapevole. Purtroppo questo e' il tempo in cui viviamo che mal si concilia con l'essere famiglia e ci costringe a delle scelte. Io ho ridotto di molto il mio orario (impossibile ricorrere ad asilo+babysitter) e per fortuna che ho mia madre che mi aiuta. ....comunque bellissimo il momento della nanna, a volte ho la fortuna di viverlo anch'io!

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    1. già, costringe a scelte e spesso anche a virtuosi incastri di orari, aiuti e escamotages vari per riuscire a tenere in equilibrio il tutto.
      ho fatto per anni la babysitter in famiglie in cui c'era un intero equipaggio di persone necessario a portare a termine la giornata, e spesso mi sono chiesta a quale prezzo, e non intendo solo economico.

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  10. io lavoro full time alla ricerca del part time anche se forse non lo cerco così frequentemente perchè so che le spese sono tante, i twins crescono e diventano diverse le loro esigenze,, mi manca il tempo con loro ma cerco di bilanciarlo con altre cose e per fortuna che a volte per gli imprevisti ci sono i nonni.

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    1. infatti sono consapevole che per ora le spese sono tutto sommato limitate, ma crescendo senz'altro aumenteranno...

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  11. Nicolò inizierà l'asilo dal prossimo mese, anche noi pagheremo 400 euro mensili, e nonostante abbiamo entrambi due signori stipendi non ti nascondo che ci siamo dovuti sedere a tavolino e fare i conti su come ammortizzare e gestire tali uscite. Non è facile.

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    1. sì, è una cifra spaventosa, lo so. e non è facile per niente.

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  12. il nido di pietro costava 490 euro al mese ed è stata dura.
    Tu cerca di guardare il lato positivo, goditi questi momenti, queste nanne, goditi ancora quel naso naso... Quando non ci sono più mancano come l'aria...

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    1. oh se me li godo, altrochè! e mi sale un nodo in gola quando penso a quanto veloci sono comunque passati questi anni di privilegiatissima velocità ridotta.

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  13. Shaula ma qui a trento la retta massima del nido part time (mattina) che noi paghiamo è 280 euro! certo per 1 solo figlio...ma tu non potresti diventare tagesmutter? Se hai una stanza dedicata e le leggi regionali te lo permettono...

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    1. e infatti trento è una delle città più vivibili!
      la tagesmutter è una delle strade che ho in mente, ma ho alcuni dubbi cruciali che devo sciogliere, oltre a capire ovviamente se la mia casa
      può essere idonea eccetera eccetera. trento poi è a statuto speciale e mi dà l'impressione che certe cose possano essere messe in piedi in maniera più snella che qui.

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  14. Ciao sul lavoro sfondi una porta aperta, un argomento davvero scottante per le mamme, e ancora di più in questo duro periodo di crisi. Io mi ci sfondo la testa ogni giorno... Intanto spero almeno di farti sorridere: ricordi il mio piccolo linky party? indovina chi ha vinto?

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    1. iuppi! grazie mille! e speriamo di non ammaccarcela troppo 'sta testa, che ci serve tutta e intera! a presto!

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  15. Eccomi con gli occhiali e la scrivania. Questo tuo post come ti dicevo smuove molte corde in me e tocca sfumature e ragionamenti che sento al cento per cento e sui quali, consciamente o meno, ritorno ogni singolo giorno. Io è da dodici anni che sono mamma e che cerco di mantenere un bilanciamento tra :
    -lo stare con loro il più possibile senza perdere momenti preziosi e cercando di assicurare loro dei ritmi lenti, una mamma sufficientemente rilassata e non troppo stressata dal lavoro e che possa cucinare per loro e rendere accogliente la loro casa
    - il guadagnare per dare un contributo alla famiglia, necessario.
    - la mia inquietudine, ambizione, non so come definirla, ma comunque il mio bisogno di dare voce anche alle mie capacità al di fuori di casa e della maternità.
    Non è che sia facile: è un casino!!! Però scegliendo con attenzione ed equilibrio, e coi giusti tempi, si può fare. Ti dico la verità: con l'arrivo di un terzo figlio è complesso sul serio ma quando la mia bimba numero 3 stava per compiere due anni , dopo aver vissuto in perfetta simbiosi con lei, ho sentito l'esigenza di rimettermi in gioco "fuori" e così l'abbiamo iscritta al nido. Ciò che guadagno con fatica non è poi molto di più di ciò che spendo per il nido (a volte quando pago la retta mi dico: ma perché lo fai?) però nel complesso so che ci ha fatto tanto bene.
    Io sono certa che ti inventerai qualcosa: mi sembri piena di ottime rare qualità. E poi, come cosina in più, secondo me c'e Etsy, ti ci vedo troppo, sai?
    Ti dico una cosa: abitassimo vicine saresti una di quelle persone con cui prenderei un tè proprio volentieri...

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    1. eccola qui, la ricetta perfetta, in tre semplici e chiari punti, condivido su tutta la linea.
      io non sono ancora a tre, anche se speriamo di arrivarci, ma comunque avendoli avuti molto vicini inizio ad aver bisogno anch'io di un po' d'aria per me, di spazi e contesti in cui dare voci alle altre mille me.
      in questo momento la cosina di etsy è quella che mi stuzzica di più, peccato che comunque avendo il piccolo a casa tutto il giorno riesco comunque a combinare molto poco e mi ritrovo con l'ago e il filo in mano alle dieci dei sera, o a spizzichi.
      e poi sono abbastanza realista (o pessimista?...) da credere che comunque non ci camperei a vendere balocchi fatti a mano e libri di panno. però potrebbe essere un piccolo aiuto, quella piccola forma di sostentamento e allo stesso tempo di realizzazione personale e gratificazione.
      magari un tè assieme ce lo prendiamo comunque una volta, chissà...

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  16. Ciao Shaula è la prima volta che arrivo qui e cosa trovo? Un post che mi arriva dritto al cuore come una stilettata. Quando sono rimasta incinta avevo un posto fisso, ho potuto sfruttare tutto lo sfruttabile, ma al mio rientro, dopo 2 mesi sono stata "accompagnata all'uscita", dopo 9 anni di lavoro. Sono rimasta così male ed ero così angosciata dall'idea di non trovare altro che mi sono buttata a capofitto in una ricerca scriteriata, che alla fine mi ha condotta dove sono oggi: un contratto annuale che scadrà tra due mesi, con un lavoro che non mi piace per nulla. E' full time, quindi soffro doppiamente perché mi sembra di non avere + un minuto per me, mia figlia e mio marito. Totale: ho deciso che voglio cercare un part-time, visto che nei "tempi morti" potrebbero aiutarmi i nonni. Ma sarà una Mission Impossible, lo so già.
    Ti abbraccio, complimenti per il blog!

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    1. sapessi quante ne ho viste in questi anni, di mamme che loro malgrado e a malincuore portavano i bimbi al nido, facevano salti mortali per mettere assieme i pezzi di una giornata e di una famiglia che si riuniva due ore al giorno e poi sono state messe alla porta comunque...che desolazione.
      mi dispiace un sacco per questo tuo momento non facile, ti auguro che una soluzione salti fuori presto, davvero, e vi renda felici.
      benvenuta, e grazie!

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  17. Vedo che già altre qui sopra hanno lanciato l'idea: ma non potresti fare la childminder, o tagesmutter o come si dice in italiano?? La trovo una figura bellissima e una soluzione brillante per i bambini...
    Comunque dici proprio tante verità (non ultima la stoccata politica finale che porca miseria ci stava proprio), ma la cosa più bella e importante è che , aldilà di tutto, te lo stai godendo questo tempo a casa a far la mamma. E non è cosa da poco né da tutte.
    Un abbracico

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    1. sai che mi sa che manco ce l'abbiamo una parola così in italia? significativo, no?
      come dicevo sopra è una soluzione che per certi versi mi interessa molto, per altri al momento mi lascia alcune perplessità. ci devo ragionare su, approfondire e capire. in questo momento però preferirei qualcosa di più calmo e meno movimentato...ma vedremo!
      ti ringrazio, e mi fa piacere notarre che comunque quaesto mio sfogo viene giustamente interpretato come un interrogativo, una riflessione e non una lamentela, perchè davvero io me la sto godendo questa privilegiata bolla di mammitudine!
      a presto e grazie!

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  18. come ti capisco! a ogni modo credo che tenere vivi e accesi i progetti e le voglie sia il modo migliore per trovare la propria strada. in bocca al lupo!

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    1. in effetti mi sento comunque serena perchè sento che in qualche modo su questi aspetti ci sto lavorando sù, con entusiasmo e voglia.
      crepi! a presto, e grazie!

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  19. Io sono in crisi, grossa crisi e faccio fatica a commentare, non solo per la ormai cronica mancanza di pc e scrivania. ..
    ti dico solo che sono 10 mesi che lavoro full time e uso gran parte delle ferie (fortunatamente non poche: 45 gg l'anno) per regalare a mio figlio il suo part time, quello che chiamo mamadag. Il mercoledi così sta a casa: il mattino con papà e il pomeriggio con me. Fossimo restato in olanda i giorni di nido sarebbero rimasti 3 il resto mamadag, papadag e week end.
    Al primo di aprile -se tutto va bene, trattengo ol fiato- passerò all'80%.. non sappiamo ancora bene come si tradurrà il contributo papà del mercoledì -a cui tengo immensamente-. Comunque ho lo champagne in mano pronta a brindare...
    ma non era proprio questo he volevo dire. ..

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    1. ti auguro di trovare la giusta formula, quella che dà la pozione per il miglior equilibrio tra lavoro, bimbo, tempo per sè, calma e realizzazione...
      quello che più mi dispiace in questo periodo di mammitudine a tempo pieno, che a me personalmente comunque non pesa, è proprio l'esclusione del papà dalla quotidianità infrasettimanale.
      non perchè lui non voglia, anzi...
      a volte penso che vorrei riprendere a lavorare solo per consentire a lui di lavorare un po' meno, ma per come stanno le cose in questo momento non ci sono possibilità, se lavorassi anch'io lui non potrebbe comunque diminuire il suo orario, a meno di non cambiare proprio lavoro...ma in questo momento è utopia.

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  20. Ciao Shaula, ogni tanto faccio un salto da te. Faccio salti indietro, cerco di rovistare tra i tuoi vecchi post, quelli che perdo perchè solo ogni tanto faccio giri tra i blogs. Ed ecco, trovo questa confessione così lacerante e piena di verità e al tempo stesso così serena. Rassegnata?, non credo. Mi sembra di leggere invece le parole di una persona che guarda in avanti in lungo, che sa che il futuro non è solo l'immediato domani, che vede questo momento difficile un po' per tutti come un perido comunque transitorio. Quanto durerà questa "crisi"?, nessuno lo sa. Quanto durerà l'infanzia dei tuoi figli? è una domanda più vicina a una riposta, o forse più vicina a quella che potrebbe essere una risposta PER TE. Aspettare mi sembra un verbo adeguato, aspettare comunque inventando, immaginando, pensando, condividendo. ... e forse ricordando le brevi parole del saggio: "anche questo passerà"!.

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    1. ti ringrazio per questo bellissim e confortante commento.
      non mi sento rassegnata, dici bene, e sì, riesco comunque ad essere serena: per ora a situazione non è grave, ce la facciamo anche così, con rinunce certo, ma senza drammi. s.
      se le cose dovessero precipitare una soluzione in qualche modo la troveremo, ma non voglio affannarmi. cerco solo di riflettere, interrogarmi, guardare un po' più in là di questo immediato transitorio, come giustamente sottolinei.
      aspetto, ma senza stare con le mani in mano, che proprio on mi riesce!
      grazie mille ancora per queste parole, davvero.
      a presto!

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  21. Torno a leggerti dopo qualche tempo. E' stato un periodo molto intenso, ma anche molto eeccitante al lavoro, non so ancora se il risultato di tanto impegno sia stato abbastanza buono oppure no, ma tant'e'.Ho ancora molto da imparare, immagino.
    Ma questo e' un'altro discorso, scusami.

    Ho letto il tuo post e tutti i commenti e vi chiedo (senza nessuna polemica o dietrologia), ma voi davvero tutte, ma proprio tutte pensate che i figli stiano meglio a casa rispetto che in un (molto) buon nido?
    E' un problema di qualita' del nido?
    Ve lo chiedo perche' l'ho sentito dire a molte mamme (meno papa' devo ammetterlo) e ogni volta mi sento strana perche' io non lo penso.
    Non lo pensavo da piccola, non lo penso ora.
    E sono sicura non lo pensi neppure mia figlia. E' mia figlia, le vedo l'entusiasmo nel volto ogni mattina e la smania quando, per cause di forza maggiore, non puo' andare. E' felice e stimolata. Io sono sicura che non sarei mai in grado di fare altrettanto bene se stessi sempre con lei.
    Vi diro' di piu', a volte vorrei essere di nuovo piccola come lei per poter frequentare di nuovo un posto del genere. Pieno di bambini di tutti i colori che imparano la vita. Insieme.
    Ah, la nostra retta, fino ai suoi tre anni e' stata di 1150£ al mese.

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  22. intanto ti ringrazio per questo commento al quale prometto risponderò, ma con un post, perchè in poche righe non riesco a rispondere a tutti questi stimoli e quesiti, che a me suonano doppi, sia da educatrice che da mamma, quindi puoi immaginare che papello ne verrà fuori!
    ci sono un sacco di fattori da valutare e quindi dipende, non c'è un meglio o un peggio. anzi c'è e consiste, anche se suona maledettamente retorico, nella libertà di scelta e nella consapevolezza che c'è dietro.
    ci tornerò su, con calma.
    a presto!

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  23. (Il meglio) anzi c'è e consiste, anche se suona maledettamente retorico, nella libertà di scelta e nella consapevolezza che c'è dietro.
    Questo e' quello che penso fermamente anche io.
    Grazie e attendo il tuo post allora!

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  24. Io mi preparo una tisana, prendo la copertina di lana e mi preparo alla lettura :D

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  25. Il nido dl nano costa 360 euro al mese per mezza , e dico mezza, giornata.
    Però è una struttura bella e accogliente, con maestre eccezionali e tanti bambini da cui il nano impara molto.
    Il pomeriggio sta con i nonni.
    Non rinuncerei al mio lavoro neanche potendo, neanche se il mio guadagno se ne andasse interamente al nido.
    Però non credo sia questo il punto, neanche del tuo discorso: il punto e' che ciascuna madre dovrebbe poter scegliere, liberamente, davvero.
    E la crisi durerà ancora a lungo perché, come scrivi tu, non viene. "Da fuori" ma da questo sistema Italia che da anni ormai va alla deriva, con una dittatura della classe politica che ci fa affondare sempre di più nel baratro.

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    1. sono certa che ci siano persone per cui il lavoro è fondamentale, non tanto come fonte di reddito, ma come realizzazione personale ed è giusto e bello che sia così.
      in questi anni a me il mio lavoro non è mancato, so che non sarei riuscita a dare il meglio di me professionalmente, e la stanchezza che mi sarei portata a casa sarebbe stata tale da impedirmi di dare il meglio di me come mamma, ma questo per il tipo di lavoro che facevo.
      so che tornerà il momento in cui potrò rimettere in campo le mie competenze, si tratta solo di aspettare un po'.
      certo mi dispiace non poco che ora che anche il piccolo è un po' cresciutello non abbia la possibilità di stare con altri bimbi, di crearsi altre relazioni e vivere un piccolo spazio e tempo suo: credo comunque molto nel valore dell'esperienza nido, ovviamente con le dovute accortezze di tempo e modalità.
      e sì. la possibilità di scegliere, liberamente e consapevolmente, come dicevo sopra, è secondo me quel quid che fa la differenza, e il nocciolo della questione sta tutto lì.
      in quanto alla crisi, la vedo in realtà come qualcosa di più ampio, nelle cause, nelle dinamiche, nelle origini, rispetto all'italia, credo sia un fenomeno di portata globale. certo noi poi c'abbiamo anche tutta una serie di altri problemi, giusto per non farci mancare niente... :( e per peggiorare il quadro...

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  26. Ciao shaula, ho poco tempo, ma prometto che leggerò tutto quello che hai scritto perchè mi piace molto leggerti...quello che scrivi sembra che parli di me: anch'io come te non ho attualmente un lavoro, per le stesse ragioni per cui non lo hai tu...prima di avere Clara lavoravo a tempo pieno in una casa famiglia, dove si facevano anche turni di notte e si lavorava con bambini con problemi comportamentali che a volte erano molto aggressivi anche con noi educatrici...e così quando ho scoperto di essere incinta, ho tirato la cinghia fino a che ho potuto, fino a che non si è messa a repentaglio la mia gravidanza...e così sono entrata in maternità, e poi ho allungato con quella facoltativa, insomma, fino a che ho potuto sono stata a casa, convinta soprattutto di voler essere presente nella vita della mia piccola ogni giorno e grazie ad un marito fantastico che si è rimboccato le maniche per permettere a me di crescere la nostra topolina...poi però sono dovuta tornare al lavoro, richiedendo un part-time che però al mio capo stava stretto e mi faceva lavorare ugualmente fino a tardi senza rimborso economico, pretendendo di farmi fare i turni di notte e fregandosene di qualsiasi legge di tutela della maternità...e dunque ho lasciato il lavoro; così ho potuto accettare qualche supplenza in qualche nido d'infanzia, ritornando finalmente alle mie origini e al lavoro che ho sempre voluto fare; ma le supplenze sono finite e ora sono a casa! Come dici tu, è difficile trovare un lavoro che permetta di conciliare la vita di mamma con tutto, soprattutto poi se come me abiti lontano dalle possibilità lavorative...e poi, a chi lasciare Clara quando lavoro? l'unica soluzione sarebbe trovare un lavoro di mattina, mentre va a scuola, ma qui nell'estremo sud, il lavoro si trova a fatica e se si hanno tante belle raccomandazioni (tranne che per qualche sporadico caso, devo ammetterlo!). Tutto sommato però sono contenta di stare a casa, ogni giorno me ne invento una nuova per non cadere nella noia e nella routine...e gira e volta la giornata finisce ed io ho ancora mille e mille cose che avevo in progetto di fare; nell'attesa di trovare un lavoro, sono contenta di potermi dedicare totalmente a mia figlia, anzi te la sparo grossa, se entro settembre non ricevo alcuna risposta professionale interessante, quasi quasi mi impegno a diventare mamma bis!!!;)

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