lunedì 11 novembre 2013

san martino: a cavallo tra i ricordi

Oggi è lunedì.
Oggi è San Martino.
Qui dalle mie parti, Venezia e dintorni, si festeggia parecchio.
A casa mia non è mai mancato il classico dolce di pasta frolla, ricoperto di glassa e costellato di cioccolatini, caramelle, sfizi e golosità e quelle tremende palline argentate di zucchero che spaccano i molari.
E se a più a nord di qui, Germania e limitrofi, per tradizione i bambini sono soliti fare una passeggiata all'imbrunire portando le loro luminose lanterne, dalle nostre parti la processione ha dei toni un po' più caciaroni.
Non lanterne, ma pentole, coperchi e mestoli, da sbattere con gran fracasso andando di porta in porta a chiedere monetine o dolcetti.
Cantando questa dissacrante filastrocca:

San Martin xe 'ndà in sofita
a trovar la so novissa.
So novissa no ghe gera,
el xe 'ndà col cuo par tera
viva viva san Martin
Viva el nostro re del vin!

San Martin m'ha mandà qua
che ghe fassa la carità.
Anca lu col ghe n'aveva,
carità el ghe ne fasseva
Viva viva san Martin
Viva el nostro re del vin!

Fè atension che semo tanti
E gavemo fame tuti quanti
Stè tenti a no darne poco
Perché se no stemo qua un toco!

Se si riceve qualcosa si prosegue così:

E con questo ringraziemo
Del bon anemo e del bon cuor
'N altro ano tornaremo
Se ghe piase al bon Signor
E col nostro sachetin
Viva, viva S.Martin.

Se invece non arriva nulla si risponde così:

Tanti ciodi gh'è in sta porta/
Tanti diavoli che ve porta
Tanti ciodi gh'è in sto muro
Tanti bruschi ve vegna sul culo.
E CHE VE MORA EL PORSEO!

...che adorabili marmocchi!...

Quand'ero bambina il San Martino lo comprava mia nonna, al panificio.
Lo portava a casa, aspettavamo la sera per mangiarlo, dopo cena, e i grandi lo gustavano accompagnato ad un bicchiere di vino.
Lo si trova dappertutto, il cavallo goloso e il suo generoso benefattore che tagliò il mantello in due per donarlo a un povero.
Panifici, pasticcerie, supermercati, bar: ovunque c'è, in vari formati, da quello da coppietta alla versione grande famiglia.
Da quando conosco colui che è diventato mio marito e padre dei miei figli il San Martino non lo si compra più.
Si comprano farina, uova, burro, zucchero e golosità.
Si impasta, si stende, si intaglia, si inforna, si decora di ghirigori al cioccolato e croccanti sfizi.
In famiglia o in compagnia.
Posso ripercorrere a ritroso gli ultimi anni a suon di pasta frolla.

Quest'anno abbiamo invitato una coppia di amici a farlo con noi.
Nella pancia di lei c'è un piccolo piccolo abbozzo di vita, che sboccerà in primavera.
Sarà bello vedere negli anni sempre più bambini, attorno al tavolo ad impastare e a riempire l'aria di nuvole di farina e cacao.

Si comincia sempre con lo stampo.
Con gli anni ho acquisito una certa  dimistichezza e ora vado a colpo sicuro: forme semplici, lineari, pochi dettagli e sagoma bella tozza, così non si spezza e ci sta più roba golosa!





Poi si prepara la pastafrolla.


Una volta sfornato il cavallo e il suo cavaliere si passa alla decorazioni.
Quest'anno il cioccolato ha avuto la meglio.








L'anno scorso Cora iniziava a partecipare in maniera molto più attiva alla faccenda.
Zeno, bè Zeno era proprio piccolino e riguardarlo ora mi fa una gran tenerezza.
Era talmente piccolo che non l'ha nemmeno assaggiato.
Abitavamo a Casanuova da un paio di mesi, era tutto così spoglio e anonimo attorno a noi.
Dal forno usciva un caldo profumo di cacao e vaniglia che riempiva l'aria di abitudini e tradizioni.
A volte basta un odore per sentirsi a casa.




Indietro di un altro anno.
Novembre 2011.
Casavecchia.
La nostra piccola ma accogliente cucina.
Con il suo legno caldo sopra la testa e sotto i piedi.
Cora era piccina.
E stava già diventando sorella maggiore.
Appena prima dell'inizio della primavera dal mio pancione sarebbe uscito Zeno.
Il San Martino, una volta sfornato, è stato portato giù, nella cucina comune, messo sulla grande tavola e gustato in compagnia.








Lo facevamo anche prima che ci fossero i bimbi.
Nella nostra prima casa.
Il nostro mini, dove pian piano, giorno dopo giorno il nostro esser coppia diventava famiglia.
Invitavamo gli amici, nel tardo pomeriggio.
E  tra buffi tentativi di pasticceria creativa, aperitivi e cicchetti, si arrivava a sera brilli e allegri, pasteggiando a dolce e salato.


Anche l'inaugurazione del nostro primo nido d'amore è stata festeggiata producendo collettivamente un numero ampio ed abbondante di San Martini.
Ed altri dolci di pasta frolla dalle forme non filologiche...diciamo che tutti i cavalli erano dotati della loro più famosa qualità.
E non sono mancate riproduzioni in pasta frolla della sola famosa qualità.
Ho delle foto che mi strappano sempre un sorriso, ma non le posterò...vi lascio immaginare!
C'erano un sacco di amici.
Conservo un ricordo, bello, caldo e avvolgente di quel pomeriggio passato in quella nuova casetta, in cui stavamo da un mese.
Quasi un anticipo di nozze.
E quando sono venuta a conoscenza, abitando in campagna, di un altro importante significato di questa ricorrenza autunnale, il ricordo di quel pomeriggio mi è ancora più caro.
Nelle campagne della pianura padana nei giorni attorno a San Martino terminavano i contratti agricoli: i lavori di semina erano conclusi e le famiglie di mezzadri e braccianti si trovavano a dover cercare, oltre che un nuovo lavoro anche una nuova casa.
Ci si riuniva, lavoratori, contadini e gran signori, nella piazza del paese, il giorno di San Martino, chi a cercare e chi a proporre un nuovo contratto, una nuova sistemazione.
Una nuova porzione di futuro.








10 commenti:

  1. bello shaula....e che meraviglia. Per me san Martino è il compleanno della mia adorata mamma.!

    RispondiElimina
  2. ciao Shaula,
    grazie al tuo bel commento sono potuta arrivare in questo tuo spazio che se dovessi descrivere come una casa definirei "luminoso". L'ho sbirciato tutto e ho visto tanti momenti in cui sei in connessione con i tuoi bimbi mentre sono all'opera in meravigliose attività legate alla stagioni e alle festività in uno stile che avverto, non so se intenzionalmente o meno, come molto montessoriano. ed è uno stile questo al quale mi ispiro, anche molto inconsapevolmente, anche io. Hai due bimbi, vero? Io sono una mamma di tre. A presto perché ti ho già inserita nella mia blogroll .V

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ciao Veronica.
      e benvenuta!
      grazie per quel "luminoso", mi fa piacere che ti arrivi questa sensazione!
      per quanto riguarda il carattere montessoriano il discorso può essere banalizzato o argomentato complessamente...
      diciamo che essendo io educatrice e avendo lavorato dieci anni tra nidi e materne ho per forza di cose un approccio montessoriano, che per certi aspetti è molto più presente nei nostri asili di quanto non si creda, la scuola italiana è nata con la Montessori, e a volte mi stupisce di come certe cose sfuggano agli occhi di molti.
      detto ciò senz'altro c'è molto di montessoriano nella nostra quotidianità casalinga, nel senso più puro: aiutami a fare da solo.
      cerco di fare le cose con calma e di lasciar fare a loro il più possibile, per tentativi ed errori, con i tempi di cui hanno bisogno.
      ovviamente ci sono anche i momenti in cui la fretta prende il sopravvento e, ahimè, faccio io.
      anche in casa ci sono tutta una serie di accorgimenti utili a stimolare la loro autonomia e la loro naturale voglia di scoprire.
      per quanto riguarda le attività didattiche e creative invece ammetto che il metodo montessoriano, preso alla lettera, non fa per me.
      sono parecchio allergica a metodi, attività e materiali da manuale, non seguo nessuno stile preciso , quel che offro ai miei bimbi è una miscellanea di stimoli e opportunità che non riesco, e non voglio, catalogare sotto nessuna corrente.
      anzi, in questo spazio sto proprio attenta a non menzionare soprattutto Steiner e Montessori, (pur prendendo quel che mi va anche da loro, ovviamente) che negli ultimi anni spopolano tra le mamme 2.0...penso sia importante sdoganare la creatività da certe etichette e far passare il messaggio che quel che conta con i bimbi è fare, fare con loro e lasciarli fare, divertendosi e gustando il momento, sentendosi libere di proporre quel che ci viene naturale, per nostra indole, poco importa che sia waldorf o che.
      l'unico che mi sento di citare senza remore, per il grandissimo valore della sua opera, è Munari.
      ecco...mi sono dilungata un sacco, lo sapevo.

      comunque...tre bimbi...bravi!
      anche noi ne abbiamo sempre voluti tre...solo che la doppietta ravvicinata (hanno 20 mesi scarsi di differenza) ci ha un po' stesi e ora siamo in stand-by.
      ci prendiamo una piccola pausa, ma il pensiero va spesso a lui...il nostro Lupin III ;)

      a presto!

      Elimina
  3. Si anche io mi sento montessoriana ma "solo"nel senso più profondo e basilare, e cioè nel rispetto dei tempi dei bambini e nel favorire al massimo le loro autonomie. Per il resto sono "Veronicosa", nel senso che ho uno stile tutto mio, che deriva dal mio carattere e da quello che sento assolutamente necessario e irrinunciabile per loro. Che poi ha moltissimo a che fare con due elementi: la lentezza (mi impegno in tutti i sensi possibili affinché non corrano e non si affannino) e con la semplicità dei giochi, delle loro stanze e delle attività che facciamo insieme. E con gli spazi vuoti, di tempo intendo, in cu possano ascoltarsi, annoiarsi, trovare idee ed "essere" soltanto. Anche io odio i manuali e i metodi predefiniti ed i libri per genitori che ho letto e che davvero mi hanno lasciato un "segno" sono due al massimo. Grazie per il commento che più che un commento è un piccolo mondo. Su questo ci sarebbe da scrivere per ore ed ore. A presto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ma sai che sono d'accordo su tutta, tutta, tutta la linea?!? ;)
      e soprattutto su quell'irrinunciabile concetto di tempo libero, lento e vuoto.
      a presto, e grazie a te!

      Elimina
  4. da noia Lecce San Martino è una festa molto sentita....è un momento di ritrovo per bere vino con gli amici... mentre qui a Roma viene considerata la festa dei cornuti e non festeggiata. Non avevo mai visto quelle meravigliose creazioni in pastafrolla. Riuscirò a leggere prima o poi un tuo post che non mi faccia rimpiangere il fatto che Nicolò sia ancora troppo piccolo... Ma quanto adoro il tuo blog.... ?!?!!?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. come scrivevo nel post per anni abbiamo impastato e infornato san martini da child-free, bevendo vino novello con gli amici...comunque vedrai che già l'anno prossimo Nicolò sarà pronto e ben lieto di impiastricciarsi di burro e farina!
      e pensa che invece io, a leggere dei vostri primi momenti come famiglia, pur con tutte le difficoltà del caso, provo un languido senso di nostalgia per quel tempo, così carico di dolcezza e denso di futuro, che è passato via tanto veloce...

      grazie, come sempre, di cuore.

      Elimina
  5. Ciao! Che profumin, che profumin, cosa si mangia questo mattin?! Chissà che bontà!.. Io, cara Shaula, Munari non lo conosco bene, però mi hai incuriosita,
    qualcosa da consigliarmi?
    Io penso che sia la famiglia il terreno fertile per il crescere, credo che spetti al genitore essere un buon modello da imitare, a maggior ragione nella prima infanzia quando il bambino è aperto con tutti i suoi sensi all’ambiente in cui vive, e alle persone che gli stanno accanto, quindi io curerei questi aspetti, l’attenzione per l’ambiente, per i materiali che usiamo e soprattutto l’amore che noi adulti mettiamo in quello che facciamo, soprattutto se lo facciamo per e con loro ... ti abbraccio, a presto Carlotta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. brava Carlotta, bravissima.
      quel che conta è l'atmosfera generale, il nostro approccio e la nostra attitudine, che se sensibili, motivati, sereni e pieni di ammmmore fanno già gran parte del "lavoro" educativo che ci spetta.
      fare con loro e fare anche per noi, perché avere dei bambini attorno è secondo me una grandissima opportunità.
      per quanto riguarda munari...ci vorrebbe una vita per esplorare tutta la sua opera.
      grafica, comunicazione, arte, scienza, didattica, un universo vasto dove sempre la fanno da padroni il piacere della scoperta,il rinnovarsi dello stupore, la gioia della creatività, il valore altissimo e serissimo che attribuisce al gioco e un piacevolissimo uso, elegante e intelligente, dell'ironia.
      dai un occhio, intanto per farti un'idea, poi troverai altro sul web, al sito dell'associazione a lui dedicata, che promuove e porta avanti la sua opera, questo è l'indirizzo http://www.brunomunari.it/index2.htm
      anche il sito della corraini è interessante, pubblica ancora un sacco di cose sue, soprattutto per i bimbi.
      e su you tube troverai un sacco di video dove potrai sentirlo parlare e vederlo all'opera.
      ciao bea!

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...