lunedì 22 luglio 2013

Sul confine fra due mari, Santa Maria di Leuca

Un pomeriggio nuvoloso, temporali che giravano in cielo, indecisi su dove e quando lasciar cadere il loro carico di pioggia e tuoni.
Li sentivi borbottare qua e là, oltre le nubi.
Niente spiaggia quindi, in quel primo martedì di giugno.
"Passeggiata, gelato, se il tempo tiene cena fuori" questo il piano b.
Meta Santa Maria di Leuca.





Lungo la litoranea il mare alla nostra destra brillava sotto il sole che giocava a nascondino.
Una sosta sul belvedere ci ha stupiti con un paesaggio che ricordava certe scogliere irlandesi.
I fichi d'india se ne stavano lì , zitti e buoni, a rammentarci che eravamo a sud. Molto più a sud.
Sotto di loro, aperte sul mare blu grotte, grotte e ancora grotte.






La stagione che doveva ancora iniziare, il tempo incerto, qualche sparuto turista, alberghi chiusi.
Un'atmosfera strana, sospesa.
Come tutte quelle ville liberty eleganti, a volte pacchiane, spesso trasandate, con i balconi chiusi e i giardini incolti.
Non lasciavano nemmeno intendere se di lì a breve qualcuno avrebbe ridato loro motivo di vivere un'altra estate o se il loro stato d'abbandono fosse ormai senza speranze.
Una lenta passeggiata, un gelato nella pasticceria del centro, seduti ai tavolini ancora umidi del temporale che ci aveva preceduti di poco.
Sul retro un biliardino e tutta la popolazione locale tra gli 8 e i 18 anni riunita lì.




Abbiamo ripreso la macchina e siamo saliti a Capo Santa Maria di Leuca, il promontorio che fa da spartiacque tra lo Jonio e l'Adriatico.
Un santuario, una processione di donne e la loro litania, qualche goccia di pioggia.
Una larga piazza circondata dal mare, sembrava di stare in un quadro di De Chirico.
Un faro e panorami tutt'attorno in cui spingere lo sguardo.















La sera abbiamo deciso di mangiare fuori e sfidare il tempo incerto.
Proprio fuori. Su un terrazza sul mare, con i tavolini sulla sabbia, tutti dipinti d'azzurro, qualche ancora e salvagente, finestre ad oblò a completare l'ambientazione marinaresca.
Sembrava di stare su una di quelle taverne sulla spiaggia a Santorini.
Anche qui, come nelle taverne greche, il servizio è semplice ma genuino.
Tovaglie di carta, un cestino sul tavolo con posate e tovaglioli, caraffe d'acqua e di vino.
Ci siamo goduti una delle migliori cene della vacanza.
Trancio di spada e patatine fritte per i bimbi.
Cozze al pepe e fritturina di pesce per noi.
Di fronte a noi qualche barchetta andava e veniva dal molo e il cielo si faceva blu notte.









p.s.
Santa Maria di Leuca è famosa soprattutto per le sue molte grotte, praticamente tutte visitabili con escursioni guidate in barca.
Ci sono milleeuna agenzie che organizzano escursioni per tutti i gusti, anche con battuta di pesca annessa.
La signorina che l'ha proposta a noi mentre passeggiavamo sul lungomare ci ha assicurato che sono accessibili  ed equipaggiate ( salvagenti, giubbini...)anche a bimbi piccoli come i nostri.
Noi abbiamo preferito evitare di trovarci su una barchetta dentro ad una grotta con un bimbo di 15 mesi urlante. Credo sia un' esperienza adatta a bimbi di almeno 4/5 anni.
Il posto dove abbiamo cenato si chiama "Lupo di Mare", molto informale, economico ma pittoresco e caratteristico senza essere pacchiano.





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