Tra i libri illustrati che leggo ai miei figli quelli che più amo sono quelli in grado di parlare molto anche a noi grandi.
Anzi spesso alcuni trovo abbiano da dire di più ai lettori adulti, che ai piccoli ascoltatori.
Il mese scorso ho portato a casa dalla biblioteca un paio di libri che rientrano proprio in questa, per me indispensabile, categoria.
Uno non lo conoscevo, e l'ho scoperto solo lì, tra gli scaffali della biblioteca.
Il titolo è "Re Valdo e il drago", la casa editrice "Il Castoro", le illustrazioni di Helen Oxenbury, la stessa di "A caccia dell'orso".
Protagonisti tre bimbi, Valdo, Teo e Berto, alle prese con un pomeriggio di gioco, esplorazione ed avventura. Come nella più genuina delle giornate di un'infanzia felice servono poche cose per divertirsi e inventare mondi in cui entrare.
Vecchie lenzuola, qualche bastone, scatoloni di cartone, mattoni rotti, spade di legno, corone di carta e un intero regno con tanto di castello e trono prende vita per Re Valdo e i suoi cavalieri.
Ci sono mostri e draghi da combattere e sconfiggere, senza paura, mentre le ore del pomeriggio scorrono via veloci.
Ma "pericoli" ben peggiori e più terrificanti dovranno affrontare questi tre piccoletti prima che venga sera.
L'arrivo di giganti che uno alla volta vengono a portarsi via Teo e Berto, fidi e prodi cavalieri di Re Valdo, che si trova presto solo nel suo regno, non più così impavido come si credeva di fronte a draghi e bestie mostruose.
E così il suo castello diventa ora il suo fortino, in cui nascondersi, torcia in mano, cercando di farsi coraggio. Ma quando non un drago, non uno mostro, non un gigante ma una terribile cosa a quattro piedi si avvicina anche gli ultimi sprazzi di coraggio vacillano.
Re Valdo viene catturato da questa spaventosa cosa...preso in braccio, e portato a casa per un bagnetto come si deve, e una lunga notte di nanne serene nel suo lettino, con mamma e papà lì vicino.
Che, sia chiaro, Valdo sapeva benissimo che erano loro...e non un terribile drago quella cosa con quattro piedi arrivata a prenderlo.
Se il libro di cui vi ho parlato qui sopra mantiene comunque un alone molto naif, pregno comunque di dolcezza ed è assolutamente alla portata di tutti i bimbi, il secondo sarà in grado di parlare molto di pi ad uno sguardo adulto, che a quello dei bimbi, che comunque , vi assicuro, resteranno stupiti e affascinati da questa lettura di sole immagini.
Il titolo è "Il Barbaro", l'autore Renato Moriconi e la casa editrice Gallucci (che adoro).
Il libro è un silent book, tipologia di libri che adoro, sia per me che per attività di lettura ad alta voce con i bambini.
Il formato è insolito: lungo e stretto.
Parole, essendo un silent book, non ve sono.
Le illustrazioni sono ad acquerello.
I soggetti prendono il loro spazio all'interno di ampie pagine bianche.
Vi è una completa assenza di punti di riferimento.
Il protagonista, questo barbaro a cavallo, attraversa le pagine sfidando avversità e pericoli.
Salta dirupi, schiva frecce, scappa da ogni possibile ed immaginabile creatura mostruosa e mitologica. Si salva sempre.
Il suo sguardo fiero, impavido non sembra essere scalfito da nessun brivido di paura.
Gli occhi sempre chiusi, i capelli che si muovono al vento della sua audace galoppata.
Fino a che...si ferma.
Apre gli occhi. Anzi, li spalanca, attoniti. I capelli ricadono sulle spalle, fermi anche loro.
E mi fermo qui anch'io per non rovinare il sorpreso stupore che coglie il lettore alla fine di questo libro.
Vi dico solo che anche qui, proprio alla fine compare un gigante.
Vi lascio un paio di link a post di altri blog in cui si parla di questo libro.
Uno è di Libri e marmellata, l'altro di Milkbook.
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