mercoledì 22 novembre 2017

l'imbrunir d'ottobre



Ottobre è finito da un pezzo. 
E' finito lontano da casa, quel tanto che mi basta per farmi sentire in viaggio. 
Lontana da casa quel tanto che basta da farmi sentire al mio posto: un tetto nuovo sopra la testa per qualche notte, una manciata di vestiti in un borsone, orizzonti diversi in cui spingere lo sguardo, le loro mani da tenere nelle mie camminando su strade mai fatte prima.

Tre giorni in Croazia, tra laghi e cascate, una casa di legno scuro con le finestre gialle in un minuscolo villaggio.
Partiti con estrema (leggi troppa) calma la domenica mattina, facendo una piccola tappa a Trieste per un pranzo buono in una maleducata osteria dieci chilometri dal centro e un caffè in piazza, lì dove andava Svevo.
Arrivati che il sole era già tramontato da un po', sotto una pioggia fitta e schivando pozze d'acqua e rane che attraversano a salti la strada buia, buia come la più buia delle notti.
Abbiamo attraversato un po' di villaggi di case sparse, immersi in questo buio profondo, prima di arrivare alla nostra di casa e scoprire che per il forte vento degli alberi erano caduti lasciando senza elettricità buona parte dei dintorni.
La ragazza che ci ospitava ci ha fatti salire, torcia in mano, fino al nostro appartamento.
Il calore della stufa a legna, le candele accese e la foresta appena fuori dalle finestre.
Abbiamo cenato con latte, biscotti e mele.
Il mattino dopo mancava pure l'acqua, ma la ragazza ci ha portato miele, formaggio e una moka piena di caffè bollente per la colazione e taniche d'acqua dalla sorgente dietro casa.
Quello che per alcuni poteva essere un disagio per noi è diventato subito sinonimo di avventura e nuovi ricordi da raccogliere  e portare a casa.
Come la passeggiata a Rastoke.


A Rastoke ci sono capitata un po' per caso, un'idea dell'ultimo minuto che mi ha regalato un paio di ore di scorci da fotografare.
Ci siamo andati alla fine del secondo giorno ai laghi di plitvice: una ventina di chilometri ed eravamo lì.
Il primo impatto non è stato dei migliori: la parte nuova del Paese è attraversata da un grande ponte, attraversato da un flusso costante di auto e tir e che sovrasta la parte vecchia.


Rivoli e cascatelle che giocano a nascondino tra case di legno e giardini e prati.
Il legno scuro di certe case, i muri scrostati e i vetri rotti di quelle ancora abbandonate (e che ti viene voglia di adottare all'istante), le staccionate un po' malconce e le piante in vaso ricordo dell'estate passata: tutto qui sembra essere uscito da un libro di racconti fantasy, e non ti stupiresti di vedere uscire Hagrid in persona da una di quelle porte.

Non impiegherete molto a vederla tutta: questione di un'oretta. Due se vi piace andare piano come piace a noi.
Quasi tutte le case sono in realtà affittacamere e alloggi per turisti.
Un bar, graziosissimo peccato per lo stradone proprio davanti che ammazza tutto il fascino di cascate e cascatelle.
Una pizzeria e una taverna poco più in là e il paese è finito.
Ma il fascino di Rastoke sta nel suo aspetto un dismesso, vissuto e rozzo. Sarà stata anche la luce di fine ottobre, il fango, le foglie secche, o che era pur sempre il giorno di Halloween io ci ho respirato un'atmosfera da streghe e orchi e gnomi.
In uno dei mulini ancora si macina il grano, e si vende la farina.
Un altro è un grazioso b&b con vecchi ombrelli rossi a pois sul prato a far da fioriere.
Una zona è adibita a museo e un'altra ancora viene affittata per feste e matrimoni (questa zona purtroppo era chiusa e abbiamo solo potuto vederla da fuori).
Tutt'attorno prati, legnaie, ruscelli e cascatelle, con quel costante rumore d'acqua che ha fatto da colonna sonora a questo paio di giornate tra le montagne e i boschi della Croazia da dove abbiamo salutato ottobre.












Le prossime foto invece le ho scattate a Korana, nuent di più che un vllaggio di case lungo le sponde del fiume. 
Non c'era da vedere nulla più di quanto non si veda in queste foto.
Ma il sole stava tramontando, l'aria profumava di legna, e la luce si faceva sempre più rosa e calda. 
C'era tutta l'essenza dell'autunno, e ne ho portata a casa un po' con me.












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