giovedì 3 aprile 2014

porquerolles

C'erano una volta, non tanto tempo fa, una mamma e un papà.
Era estate e la mamma ed il papà erano in viaggio con la loro bimbetta nel sud della Francia, e passavano le loro giornate a zonzo tra campi di lavanda, piccolo borghi, spiagge assolate e lagune salmastre.
C'erano anche delle isole, appoggiate nel mare che bagnava le coste di quell'angolo di Francia.

La mamma ed il papà avevano un debole per le isole.
Quelle piccole, appena fuori dalla costa, lunghe una manciata di chilometri e larghe ancor meno, abitate da un pugno di abitanti, al limite del disabitato e prossime all'incontaminato.
Se c'erano nei paraggi delle isole così, loro dovevano metterci piede.

Come quella volta che, da giovani, girarono l'Irlanda zaino in spalla, nel loro primissimo viaggio assieme.
All'alba della loro storia (si vedevano da due mesi appena), passarono intere serate a progettare quel loro primo andar per il mondo assieme.
Studiarono l'itinerario, programmarono tappe, scandagliarono i fondali del web alla ricerca degli ostelli in cui avrebbero dormito, scaricarono le linee dei pullman con cui avrebbero attraversato in lungo e in largo, ma soprattutto in tondo, l'isola di smeraldo e prenotarono il volo con cui sarebbero arrivati fin lì.
Una volta lì salirono anche su un traghetto che li fece sbarcare sulle Aran, sulla più grande delle tre.
Rimasero lì poco tempo, una brevissima tappa, due giorni e una notte appena.
Noleggiarono delle bici, il primo giorno si spinsero fino all'estremità di una metà dell'isola, il secondo giorno no.
Ci provarono, ma quel giorno il cielo d'Irlanda decise di mandar giù una pioggia battente, fredda, gelida, pungente, sferzata dal vento impetuoso dell'Atlantico che se ne infischiava del fatto che fosse metà agosto.
E così quell'altra metà di Inis Mor rimase inesplorata ed ignota a loro.
Salirono sul traghetto con gli occhi non paghi e con la voglia di tornarci un giorno.
E restarci di più. E mettere piede su tutte e tre, anche la più piccola.
Magari da grandi, per un anniversario importante.
Perchè fa bene tornare dove si è partiti. Soprattutto se si è andati molto lontani.

Ma torniamo al viaggio in Francia, che quella dell'Irlanda è un'altra storia.
Erano prossimi alla fine di quel viaggio in Provenza quando salirono su un traghetto che li fece sbarcare sulle Isole di Hyères, sulla più grande delle tre.
Avrebbero voluto restare lì più a lungo, fermarsi almeno una notte (aspettate che anche l'ultimo traghetto della sera gremito di turisti sia salpato dal porto per godervi in pieno la pace e la bellezza di quest'isola...recitava più o meno così la lonely planet in merito all'affollamento estivo...), prendersi il tempo di pedalare con calma e provare tutte le incantevoli spiagge di quel paradiso in formato ridotto:7 km di lunghezza per 3 km di larghezza, 250 abitanti, ...questi i numeri della piccola meraviglia in questione, Porquerolles.
Spiagge, pinete, acque cristalline, automobili bandite su tutta l'isola, varietà botaniche e faunistiche rare e protette.
Addirittura una pianta, la speronella di Requien, che cresce solo lì e in nessun altro luogo sulla faccia della terra, pare.
Ahiloro, l'alta stagione, la sua massiccia affluenza turistica e i prezzi esosi di quel che poco che restava libero, fece della loro venuta su quel'isoletta una gitarella in giornata e nulla più, perdipiù funestata dalla minaccia del cattivo tempo. E non solo.

porquerolles

porquerolles

Sbarcati sull'isola puntarono al primo dei tanti chioschi di noleggio bici: una bici da uomo, una da donna con seggiolino anteriore, questo quello che serviva loro per andare alla scoperta delle meraviglie dell'isola.
Ma.
Ma seggiolini anteriori sembrava nessuno ne avesse mai visti, o ne avesse mai sentito parlare.
I carrettini da traino erano tutti già a zonzo per l'isola e seggiolini posteriori nessuno aveva intenzione di assumersi la responsabilità di farli usare ad una bimbetta di 11 mesi.
E a ragione, c'è da aggiungere, visto che la bimbetta, oltre che piccola d'età era pure parecchio piccola ed esile di taglia...e alla prima buca sullo sterrato sarebbe senz'altro schizzata fuori dal seggiolino...
Provarono a chiedere in tutti i chioschi, ma niente, nada, niet...
Ci rimasero parecchio male, ovviamente.
Erano abituati ad andare in bici con la loro piccoletta, già da qualche mese, la mettevano sul seggiolino davanti e via...e si erano già pregustati i suoi canti in sella mentre il vento scorreva al loro fianco tra i pini e il mare.

Rinunciarono alla bici, comprarono un paio di panini, e si incamminarono a piedi verso la spiaggia più vicina al porto, Plage de la Courtade.
Cercarono di godersi il più possibile quell'acqua limpida, il tiepido sole che ogni tanto riusciva a fare breccia tra le nubi, ignorando il chiasso che facevano di fianco a loro quel paio di famiglie italiane sbarcate lì con il loro yacht. Che facevano un gran baccano è vero, ma c'è da dire che costruirono pure un bellissimo fortino di sabbia, sassi e ramoscelli, davvero degno di nota.
Tentarono pure una piccola esplorazione dei dintorni e arrivarono fino ai piedi del Moulin du Bonheur: tipico mulino in stile provenzale, risalente al 1700 e restaurato da un gruppo di isolani.

porquerolles moulin du bonheur

porquerolles moulin du bonheur

porquerolles moulin du bonheur

E poi, si avvicinò l'ora di rientrare alla base.
Mentre tornavano verso il porto le nubi si facevano sempre più dense e grigie.
Se ne andavano insoddisfatti. E con la netta sensazione addosso che fosse un po' il loro destino, quello di mettere piede su un'isola e andarsene poco dopo con la promessa di tornarci.
Quasi che il fato, a cui loro poi mica credevano tanto, volesse riportarli lì, prima o poi.

porquerolles

porquerolles

Salparono, su uno degli ultimi traghetti gremiti di turisti e si promisero di tornarci.
Con la bimbetta ormai grande, in grado di pedalare spedita sulle due ruote magari, così non avrebbero incontrato problemi ed impedimenti al chiosco delle bici.
E di restarci più giorni, su quell'isola, quasi a volere essere rimborsati dell'esperienza.
Uno di quei giorni lei magari si siederà di fronte a quel mare limpido, all'ombra dei pini e con l'odor di mirto nel naso passerà il tempo a chiacchierare con una vecchia amica.
Perchè fa bene tornare dove sì è già stati. Soprattutto in buona compagnia.

porquerolles


Il racconto del viaggio in Provenza finisce qui.
Tra poco si parte, una grande città ci aspetta. 
Non sto nella pelle e nei piedi.





17 commenti:

  1. Bello che magnifiche foto. Non c' niente da fare le cose belle ti fanno rabbrividire

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    1. grazie mille. e a me dà sempre un brivido sapere di essere riuscita ad emozionare qualcuno con uno scatto, un'immagine, un' istantanea.

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  2. ...o magari con una nuova amica???!
    Ah le Porquerolles!!!

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    1. sciocca di una squa!!! mi tocca proprio spiegarti tutto... ;)
      chi credi che sia quell'amica?
      quando salperemo per l'isola sarai ormai una "vecchia" amica!
      bici,mare e chiacchere...io non chiedo di più

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    2. #.#
      il seggiolino davanti, dovesse ancora servire, lo portero' io

      squa slogata (e in preda alla sciocchezza più estrema....)
      n.n

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  3. ok, adesso scappo e se mi cercano puoi dire che sono andata a Porquerolles (ma non subito così me la godo un pò!)

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  4. Stessi ricordi...bimbo nove mesi, in Bretagna, l'île de Batz ...però a noi il seggiolino posteriore lo diedero (pesava già quasi 12 kg però). A volte mi dico che il mondo è troppo grande per tornare negli stessi posti, ma quell'isola di fronte a Roscoff mi è rimasta nell'anima...il ricordo del traghetto, il vento, il mio bimbo che dormiva contro il mio petto, lo zaino da trekking al posto del passeggino (sempre 12kg...)...l'oceano, le maree, il suo primo viaggio...

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    1. la mia pesa adesso 12 kg, e ha tre anni e mezzo. all'epoca ne pesava 8 scarsi, aveva appena superato la soglia del terzo percentile, che grazie al pediatra calmo e rassicurante non abbiamo vissuto con ansia, però era davvero gracilina.
      abbiamo anche provato a farla salire, ma le cinghie non la tenevano proprio e scivolava giù come un'anguilla, non c'era proprio da fidarsi.
      abbiamo solo sbagliato a dare per scontato che ci fossero seggiolini anteriori, e invece. pazienza.

      anch'io tendo a andare in posti sempre nuovi, visto che mi manca ancora un sacco di mondo da vedere, ma in certi casi, non si può fare a meno di tornare in certi luoghi.
      in bretagna ci sono stata due volte, e ho conosciuto una delle persona più care che ho tuttora vicino e con la quale sono cresciuta e ho vissuto e condiviso cose importanti.
      è da tanto ora che non torno lì, e non vedo l'ora di portarci i miei figli.

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  5. oooOOOooo.... meraviglia... mi lasci la sensazione di essere stata là con voi.... ^_^

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    1. era proprio un bel posto ...mi fa piacere averti portata lì, in qualche modo!

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  6. e' bellissimo venire in viaggio con voi :)

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  7. cara...abbiamo programmato il fine giugno in provenza...mi potresti mandare qualche dritta di b&B su euretes@gmail.com?1 mercì!

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    1. ok, ti mando due righe... shaulalala è qui per indirizzarlalala!

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  8. Ohhhhh, quanta bellezza. Mi piacciono i tuoi racconti di viaggio, you know?
    Stai bene? Qual'è il prossimo viaggio che hai in mente? Io tot indecisa per mini vacanza prox maggio: troppi posti belli che desidero vedere!
    Contenta di sentirti un po', sono stata off line per non so quanto.
    Baci vero

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    1. qui , tutto bene, solo unn po' di stanchezza e bisogno di staccare un po' la spina e fuggire dal solito tran tran.
      per fortuna tra un po' si parte: destinazione Roma!
      poi per quest'estate vedremo, anche se ho già ridimensionato di parecchio i miei itinerari,( avevo in mente Scozia o Portogallo) che dovranno attendere ancora un paio di anni, per essere goduti in pieno da tutti, quindi andremo al mare, ma siamo ancora indecisi sulla meta: isola d'elba, maremma, sardegna, grecia...bho....
      tu tutto bene? fa piacere anche a me sentirti!

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