Che i brutti pensieri stanno appollaiai sulla mia spalla come bigie civette, il primo malanno di stagione (di già...) occupa abusivamente il mio naso e la mia gola, e tazze di tisana calda scaldano le mani, ma non l'animo.
Fammi raccontare qui le cose belle, in differita come sempre, che stare al passo con il giorno dopo giorno non è il mio forte.
Fammi concludere racconti e chiudere capitoli, prima di aprire copertine di nuovi libri, ancora tutti da scrivere. Che sto imparando l'importanza di terminare una cosa prima di iniziarne un'altra: la foga del fare spesso affoga in un mare di inconcludenza.
Una cosa alla volta, questo è il segreto non del successo ma della serenità.
Fammi riprendere il filo dei discorsi iniziati: devo ricamare bei ricordi.
Torno un passo indietro, anche più di uno.
Torno all'estate. Ai giorni di sole e ai luoghi di mare.
Torno alle nostre piccole vacanze, quelle al mare qui vicino, il mare delle piccole occasioni.
Torno a Caorle.
Torno a quando il pomeriggio finisce e dopo bagni, castelli di sabbia e gare di biglie sulla spiaggia è tempo d'altro.
Tempo di passeggiare un po' con il naso all'insù, lasciando che profumini mangerecci stuzzichino palati e appetiti.Caorle ci piace per questo, per quella piccola ma gradevolissima possibilità che offre di aggiungere qualcosa in più a un paio di giorni di mare.
Il centro storico è graziosissimo. Piccolo, raccolto, colorato.
Il sole che cala sugli scuri di legno, su calli e campielli, i primi lampioni che si accendono e dalle cucine profumo di vongole e intingoli di mare.
Quando sorge la luna è tempo di sedersi a tavola. Un (qualche) bicchiere di buon vino, del buon pesce, chiacchere attorno ad un tavolo, magari in qualche angolo un po' defilato alla folla: non chiedo di più.
Nelle foto sopra: Caorle, settembre 2011
I migliori poi sono quelli che si tengono ben lontani da arredi accattivanti e interni minimali che rispondono ai dettami del design più innovativo. Alle pareti vince un'accozzaglia di cimeli, chincagliera e suppellitili di varia e curiosa provenienza. Di solito sono vecchie trattorie, ed erano già lì ben prima che il turismo li scoprisse, da sempre a conduzione familiare, con un servizio al tavolo genuino, sincero, privo di inutili salamalecchi.
Quando la luna è alta e il cielo nero, gli ultimi quattro passi hanno il sapore di un cono gelato tra le mani e il sottofondo del chiacchericcio della gente e delle fotocamere che rubano attimi.
Si fa scorta di spensieratezza, da mettere in valigia, tra flip flop, creme solari e nuovi ricordi.
Nelle foto sopra: Caorle agosto 2014
In centro vi consiglio il Bucintoro: ottime grigliate di pesce fresco, dentro è un po' grande e dispersivo, ma i tavolini all'aperto sono in una calletta chiusa, senza troppo andirivieni a disturbare il piacevole gozzoviglio.
Fuori dal centro invece abbiamo mangiato molto bene qui: La Ritrovata.
meravigliosa come sempre
RispondiEliminaIo me ne sto fuori dai blog per un po'...per fortuna poi torno e ti ritrovo lieve e profonda come prima.
RispondiEliminaIn tutta onestà posso dirti di essere stata a Caorle diverse volte e di non averla mai trovata meravigliosa come attraverso il tuo racconto è le tue foto. ..
RispondiEliminaForse non è il posto che rende magica una vacanza. ...
bello passare da te e annidare aria di cose belle:-)))
RispondiEliminavabbè volevo scrivere annusare....
RispondiEliminafoto a dir poco splendide. Complimenti.
RispondiEliminaSecondo me è' il tuo sguardo sul luogo ad avere reso questo posto magico e bello, come le tue foto,
RispondiEliminanon conosco Caorle, ma tu ha davvero la poesia nel sangue! ( e nelle dita )
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