lunedì 18 aprile 2016

il libro dei brucontrari


Giocare con le parole mi è sempre piaciuto.
Ho sempre provato un sottile piacere nello scrivere, così come un ludico entusiasmo nel trovar assonanze, giocare con le allitterazioni, scherzare sui suoni e significati, lasciar stuzzicare fantasia e creatività da parole ambigue, associazioni di idee e rime e tiritere.
I Brucontrari nascono proprio così, in qualche bozzolo della mia mente in cui le parole si trasformano in gioco.

Quando ho dovuto pensare a come creare un mio libro degli opposti, una mia versione di uno dei più grandi classici per piccini ho cercato ovviamente qualcosa che si potesse distinguere, che non fosse la copia di qualcosa già visto e già fatto da altri.
Volevo qualcosa che si prestasse a fare da unità di misura, una sorta di termine di paragone, un elemento che camminasse di pagina in pagina accompagnando il piccolo lettore nella scoperta degli opposti.
Mi ci sono un po' scervellata sopra e alla fine la mia mente ha partorito loro, i brucontari.

I Brucontrari sono tutto e niente, 
sono questo e sono quello, 
si fan lunghi e poi corti, 
si nascondon tra foglie fiori,  
sotto, sopra, dentro e fuori, 
ne combinan di tutti i colori.
Finchè un giorno come per magia
si fan farfalle e volano via.

Vi lascio con le pagine di quel libro, che ho cucito alle porte dell'inverno e fotografato in un giorno grigio, in terrazza, col cappotto addosso alla ricerca di quanta più luce possibile.

 






Questo libro è già finito sotto l'albero di Natale di un bimbetto, ma se ne volete uno anche voi, potete contattarmi su ALittleMarket per ordinare il vostro personalissimo libro dei Brucontrari.

Rispetta il mio lavoro: questo post non è un tutorial, la copia e la riproduzione di questo manufatto e delle foto di questo post pertanto non sono consentite, sia per uso personale che per uso commerciale.
Copyright Shaulalala, tutti i diritti riservati.

martedì 12 aprile 2016

il primo maredì

chioggia copyright shaulalala-tutti i diritti riservati

Il primo Maredì quest'anno è arrivato presto.
Improvviso ed inaspettato. Di domenica.
Una domenica d'aprile col sole tiepido e il cielo blu dopo un sabato d'aprile nuvoloso, freddo, e umido.
Salire in macchina e puntare verso una meta vicina era l'unica cosa saggia da fare.
Possibilmente verso il mare.
Siamo andati a Chioggia, e non c'ero, credo, mai stata a Chioggia.
Da un po' l'avevo messa nella wish list delle gitarelle fuori porta, e finalmente...via, depennata.
Ultimamente depennare punti da elenchi e wish list mi dà un gran piacere. E per ogni punto che depenno ne spuntano fuori altri dieci. Soddisfazione e motivazione in un solo colpo di penna.


chioggia copyright shaulalala-tutti i diritti riservati

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Si stava un gran bene domenica, a Chioggia. Ci siamo arrivati verso le undici, infilandoci in mezzo ad un brulicante viavai di bici, fedeli della domenica e fedeli dell'aperitivo anche prima di pranzo.
C'era un perfetto equilibrio di calore, luce, blu e riflessi nell'acqua.
Una di quelle giornate in cui ritieni, in tutta onestà, che l'unica cosa saggia e sensata da fare sia passeggiare e fotografare, fotografare e passeggiare. E mangiare una fritturina e bere un bicchiere di bianco.
Un tripudio di panni stesi e muri scrostati, barcarole attraccate e reti da pesca, vicoletti intrecciati e larghi canali, grandi pescherecci e odor di salmastro. Glicini e balconi fioriti ad ingentilire angoli grezzi, barchini colorati e osterie a rallegrare le rive dei canali. Quell'aria sgarrupata e vivace assieme, allegra ed affaticata, colorita e un po' rozza che amo trovare in certe città di mare.
Mi è piaciuta Chioggia.
E' Venezia, senza Venezia.
Molto più popolare, quotidiana, vissuta. Operaia ed operosa.
Mi ha ricordato un po' Cadiz, e certi porti sul Mediterraneo.
Mi ha ricordato, non che ce ne fosse bisogno, che nulla mi fa star bene quanto l'andare a zonzo.

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E poi la degna conclusione di una così serena giornata, non poteva che essere questa. 
La spiaggia, i piedi scalzi, la sabbia sotto i piedi, i piedi nell'acqua.
Esprimere il desiderio che questa primavera, e l'estate che verrà siano luminose e tiepide e colorate e leggere come questo primo Maredì dell'anno.
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