venerdì 6 marzo 2015

Il castello della nobile dinastia De' Monnezzais


Se vi capitasse di entrare in casa mia in un qualsiasi momento, a sorpresa senza preavviso alcuno, la trovereste tutto sommato abbastanza in ordine. L'abbastanza è d'obbligo perchè con due bambini va da sè che l'ordine, quello vero, totale, asettico e pure un po' freddino, è utopia.
Giochi sparsi in giro la fanno da padrone per quasi tutto il giorno e quello che regna incontrastato è un vivace disordine creativo, che io cerco di tenere a bada con reiterati, e senz'altro noiosissimi, inviti al riordino. "Mettete in ordine!" è probabilmente è una delle frasi che ricorderanno di più dopo "vi amo tantissimissimissimo", "luce dei miei occhi", "NO!", " ma quanto belli siete" "basta!", "Ho detto NO!", "smettetela di bisticciare" "ma quanto vi amo", "Baaaasta!!!".

Comunque, tornando alla questione casa, se dico che la trovereste sempre in ordine non è per farmene un vanto, credetemi. E' tutta apparenza. Quello che riesco a tenere in casa mia è un ordine, appunto, apparente. Nel senso che quel che si vede è in ordine, quel che non si vede, no.
Aprite uno qualsiasi dei cassetti, in una qualsiasi delle stanze e rimarrete stupiti e sgomenti di fronte a cotanto contrasto con l'ambiente circostante. Cose arruffate, ingarbugliate, ammassate, spiegazzate, stropicciate. Soprattutto i cassetti dei bambini. D'altronde incentivando la loro autonomia questo è il minimo: se dici ad un bambino di prendersi un paio di pantaloni sarebbe sciocco aspettarsi di trovare tutti le altre paia perfettamente al loro posto, no?
Oltre a cassetti confusissimi, ci sono tutta una serie di piccoli contenitori, grandi bauli, utilissimi sgabuzzini e salvifiche stanze "quantarobba" che mi permettono di convivere pacificamente con questo lato caciarone di me. Stipo il caos, gli stendini pieni zeppi, le pile caracollanti di bucato, le scartoffie, la chincaglieria lì dove "occhio non vede e cuore non duole" e mi godo l'illusorio quanto piacevole effetto di questo'ordine apparente.

Poi però capita che. Capita che un giorno devi prendere una cosa che avevi riposto in una di quelle cassapanche che sparse per casa sono tue complici e...ti si palesa davanti agli occhi l'evidenza che con il riciclo creativo, forse, stai esagerando. Questa è l'immagine che mi ha fatta trasalire. A voi:


E quindi decidi che è tempo di ora di smaltire un po' di questo ricco bottino di carta e cartone.
Inizi col tirare fuori tutto e lasciarlo alla mercè dei bambini, che tanto  tutta quella roba stava lì più per loro, che per te, no? E lasci che se lo godano tutto, questo materiale povero, questa materia prima con cui costruire il regno della propria fantasia e dare vita ai mondi che abitano nelle loro menti, tanto frizzanti da non meritare di essere sempre imbottigliate in attività strutturate.



E mentre loro creavano formidabili marchingegni e fortini inespugnabili, io mi cimentavo in quello che dovrebbe essere un must per ogni crafty-mom che si rispetti, ma che ancora non annoveravo tra le mie "imprese". Il castello ricicloso. Ovvero come dare vita a regni da fiaba salvandoli dalla discarica.

Occorrente: 
  • una cassetta della frutta, di cartone o di legno.
  • rotoli di carta
  • pennelli e pittura
  • avanzi di carta
  • colla
Gli unici passaggi un po', ma proprio poco poco, complessi sono il tagli delle porte e delle finestre e il fissaggio dei rotoli ai lati della cassetta. Poi non resta altro da fare che pasticciare un po' e lasciare che il colore animi questo anonimo e mesto palazzo reale.



Carta e colla daranno aggiungeranno fasto e splendore con fregi e stendardi e festoni.




Una volta concluso il restauro della reggia ci siamo dedicati al trucco e parruco dei De' Monnezzais, famiglia di nobili origini e dal passato glorioso.

C'è la principessa, che come da tradizione se ne sta intrappolata sulla torre più alta, il prode cavaliere che, spada sguainata, tenta di salvarla, mentre nel frattempo il giovin principe rimugina sull'amor cortese e compone romantici sonetti.
Re e Cavallo ricordano assieme gesta passate di vecchie gloriose imprese e la Regina, come sempre impeccabile e ligia ai dettami del bon-ton accoglie gli ospiti sulla porta della reggia.


(per fare il cavallo seguite il tutorial di Giada! cliccate qui!)

4 commenti:

  1. Bello! I colori li hanno scelti loro? Perché se io do tutti i colori primari su una tavolozza ai miei, finiscono sempre per ottenere un bel color marrone nerastro con il quale tingono tutto! E il posto in cui attaccare i festoni lo hai fatto decidere a loro o hai fatto tu? ...solo curiosità per sapere se sono solo i miei così liberamente e testardamente creativi! ;)

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    1. argomento vastissimo, ricchissimo e complessissimo quello del colore. ci vorrebbe un blog solo per quello! allora, brevemente. in questo caso i colori li ha scelti la grande , rosso prima, azzurro poi, che lei sa già cosa formano assieme perchè a scuola,sia l'anno scorso che quest'anno hanno lavorato un po' sui colori primari e secondari. gli addobbi di carta: i festoni a triangolini li ho attaccati io, il resto loro, dove pareva a loro. il piccolo in realtà ha passato il tempo a spalmare chuili di cola col tubetto su pezzetti di carta che poi non si staccavano più dal tavolo...la grande invece si è improvvisata arredatrice e ha attaccato anche dei pezzetti sopra le finestre e le porte a mo' di tettoia. Questo per dire che lavorando con bambini di età diversa ognuno seguirà un po' la sua strada, ma in questo caso è più opera della grande che del piccolo.
      per quanto riguarda i colori ci sono diversi approcci e tutti servono. c'è il puro e semplice paciugo, momento creativo destinato più all'esplorazione tattile e visiva del mezzo colore che alla rappresentazione grafica o decorativa dell'atto, e si può usare un solo colore come mille alla volta. certo è che in ogni caso colori diversi combinati in maniera diversa tra loro offriranno al bambino stimoli e scoperte nuove. quindi se con tutti i colori, lasciati usare liberamente, alla fine viene fuori un tutt'uno grigio o marroncino, se invece vai a coppie di primari scopriranno come i colori "interagiscono" tra loro e sarà un'altro tipo di esperienza, non migliore non peggiore ma diversa.
      Poi dipende anche dal tipo di colore usato e dal supporto: con gli acquerelli e la carta giusta, quindi ruvida e assorbente, il bambino lasciato libero di usare tutti i colori a suo gradimento vedrà comunque i colori abbastanza distinti tra di loro, perchè non si mischieranno tra di loro ome le tempere.
      altra cosa ancora quando si inizia a "costruire" qualcosa, andando quindi oltre alla pura e semplice esperienza colore. però sono tutti passaggi diversi, acquisizioni di abilità e coinvolgimenti diversi che cambiano con l'età. e molto con l'idole...mia figlia è molto più precisa, riflessiva e mentale del piccolo.

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  2. Ma che meraviglia di castello! Anche qui i rotoli di carta igienica appaiono in ogni angolo e non si buttano mai via, ottimo spunto per un pomeriggio grigio!

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    1. io era da un sacco che volevo farlo, complice una domenica d'influenza e una cassapanca piena fino all'orlo mi sono decisa!

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