giovedì 26 settembre 2013

a volte basta poco: scarti in cucina




Cucinare con i bambini si può.
Anche con quelli di 18 mesi scarsi.
Non mettendoli a mescolare la besciamella o a fare il soffritto, no no, per carità.
Intendo in loro presenza, con loro in mezzo ai piedi.
Da quando siamo a Casanuova e il piccoletto si è messo prima a gattonare spedito, poi ad arrampicarsi ovunque come una scimmia e ad infilarsi in qualsiasi pertugio ho avuto qualche difficoltà a preparare la cena senza urlare o correre di qua e di là come una forsennata per stargli dietro ed evitare che distruggesse la casa o se stesso.
Per non parlare poi di cosa è in grado di combinare da quando cammina.
A Casavecchia non ricordo di aver mai avuto tante e tali difficoltà a preparare qualcosa da mettere nel piatto: sarà perché sua sorella era una bimbetta dall'attitudine molto più calma e messole un libro in mano non si muoveva poi molto da dove l'avevi lasciata.
Sarà che a Casavecchia l'appartamento era più piccolo, e cucina e salotto erano un unico ambiente, per cui anche cucinando ce l'avevo sempre sott'occhio ed eravamo sempre assieme.
Non come qui a Casanuova, dove la cucina è abitabile sì, ma quando ci sei dentro ti sembra di abitare proprio altrove e ti senti effettivamente un po' all'oscuro di quel che succede nel resto della casa.
E silenzi troppo lunghi o trambusti troppo chiassosi non portano buone nuove, di solito.
Quindi ti tocca mollare tutto là e andare a scoprire in che stanza sta succedendo cosa.
Sarà perché a Casavecchia non cucinavo tutte le sere, visto che tre sere a settimana, più varie ed eventuali, erano dedicate alle cene in comune, quindi o cucinava qualcun altro o mentre cucinavo qualcuno stava con i bimbi...i vantaggi di vivere in cohousing.

E quindi niente...qui ogni tanto si fa proprio fatica.
Soprattutto quando sono da sola con Zeno.
Come qualche sera fa: Cora era stata tutto il giorno dai nonni, Paolo sarebbe passato a prenderla dopo il lavoro, ma stavano facendo un po' tardi e io la cena dovevo metterla sul fuoco, in un modo o nell'altro.
Zeno da solo a volte non si sa intrattenere, specialmente se manca la sorellona da prendere a mazzate, o da abbracciare compulsivamente o da seguire per casa battendo il tamburo mentre lei suona la chitarra. O lui la trombetta e lei l'armonica. Fortissimo, facendo più baccano possibile.
Quindi quando è da solo e si annoia ad un certo punto gli si illumina lo sguardo, di una luce che promette poco di buono, e inizia a passare in rassegna le sue marachelle preferite.
Il best of delle sue birbonate.
In ordine sparso comincia a battere  con oggetti grossi e robusti sulla porta di casa, sbattere la porta con vetro della cucina, uscire in terrazza e strappare i fiori di mamma, i primi fiori sopravvissuti di mamma!, aprire i cassetti del loro armadio ed estrarre tutto il contenuto sparpagliandolo sul pavimento, aprire la credenza e svuotare la dispensa, sbattere a terra pacchi di pasta che quando li apri hai 5 etti di semola, portare a passeggio per casa le scarpe di tutta la famiglia, arrampicarsi sulle sedie per raggiungere qualsiasi cosa si trovi sul tavolo e scaraventarlo a terra...e non ho la forza di continuare.

L'altra sera stava andando proprio così, pari pari a come l'ho raccontato.
Io stavo tagliando del sedano.
Alcune parti andavano scartate.
Le ho ammucchiate in un angolo del tavolo e poi ho pensato che sì, ci si poteva provare.
Bisognava dargli una possibiltà.
Poi sta crescendo, non mette più in bocca la qualsiasi e inizia ad essere in grado di restare concentrato ed assorto per più di 5 minuti.
Zeno intendo, non il sedano.
Allora l'ho chiamato, abbiamo preso le sue pentoline e i suoi mestolini e abbiamo "delicatamente" posato tutto su un comodino di legno dei soliti svedesi, comodino che prima o poi diventerà la loro cucinetta...appena riusciamo ad avere un pomeriggio libero per fare le opportune modifiche e aggiunte.
Poi  ho dato a lui quello che non serviva a me e che stava per finire dritto dritto nel cestino dell'umido.

Et voilà, Mesdames et Messieurs, chef Zeno all'opera tra pentole e mestoli.





Ha giocato. Tanto. Da solo.
Annusava e non metteva in bocca.
Parlottava tra sé e sé nella sua lingua a noi ancora incomprensibile.



Spostava, svuotava, riempiva e risvuotava nella solita escalation di travasi, garanzia di mezz'ore serene.


Apriva e chiudeva.
Metteva coperchi e li toglieva.


Prendeva e afferrava con le sue manine paffute che si stanno facendo sempre meno goffe e sempre più abili.



 E adesso che se ne stava finalmente tranquillo io, invece che rimettermi a cucinare, mi sarei volentieri inginocchiata lì al suo fianco e mi sarei fatta insegnare una delle sue ricette.


Mi ha sorpreso. Sta crescendo, e a volte io lo tratto ancora come il piccoletto, il poppantino che mette tutto in bocca e che non riesce a restare concentrato su un gioco per più di cinque minuti.
E sembro quasi essermi dimenticata di quante attività proponevo a sua sorella quando aveva la sua stessa età.
Le facevo fare più cose...forse perché era meno impulsiva, caciarona  e trasgressiva...forse perché c'era solo lei e il mio tempo, che all'epoca mi sembrava pure poco, era molto più di quello che ho adesso...

E invece è sveglio, il ragazzo!
Ha già capito dove sarà il forno, anche se dobbiamo ancora farlo!


 L'esperimento, avendo funzionato alla grande, è entrato ormai tra le abitudini della sera, in quell'indaffarato frangente che sta dopo i giochi del pomeriggio e prima della cena, quando fame e stanchezza iniziano a farsi sentire, molesti e indisponenti.
Spesso con Cora risolvo con qualche cartone sul pc, dove qualche per me sarebbe l'uso moderato di 3 o 4 episodi di Peppa Pig o Pimpa, per il totale di 20 minuti.
Per lei qualche è sempre un po' di più, "ancora uno mamma, per favore, ultimo ultimissimo...", ovviamente detto implorandomi tra urla e pianti.
Io, quando fame e stanchezza hanno i loro brutti effetti anche su di me, cedo e dall'uso all'abuso il passo è breve.
Quindi lei resta lì, ipnotizzata e anestetizzata, che potrebbe pure cascare la casa e lei non se ne accorgerebbe, intanto io spignatto, mescolando nella mia testa qualche senso di colpa e alcuni dubbi per i troppi cartoni..., e il piccoletto, a modo suo, spignatta anch'egli.
Perché i cartoni su di lui non hanno ancora, grazie al cielo, nessuna attrattiva...due minuti, forse tre li regge, ma poi inizia a mettere mano sulla tastiera del pc, cercando di sabotare il mezzo.
E spignatta oggi, spignatta domani sta diventando pure bravo, il cuocherello.
Zucchine, bucce di cipolla, carote, piccioli di melanzane...tira fuori dei manicaretti che a vederli fanno pure voglia.




Io gli farei fare il foodblogger al mio piccolo chef!

6 commenti:

  1. Fantastico! !!
    Ecco mi ci vuole uns cosa così per fargli pazientare la cena. Qui più che la caciara il problema è 'mamma fai presto che ho fame!'

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  2. le pentoline sono sempre un successone! Ancora adesso ci giochiamo spesso! E per la cronaca mio figlio a 4 anni ha aperto il suo ristorante che ha deciso di chiamare "Venuto da Pietro". ;)

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  3. @ squa: io lo trovo gran comodo, anche perché cerco di ripristinare un po' di ordine in giro per casa prima di cena, così poi restano solo le incombenze igieniche, le storie e le chiacchere della buona notte e le ninna nanne, senza aver il pavimento ricoperto dal caos.
    Ma lui ha tanto bisogno di "muovere le mani" ultimamente, quindi lasciargli la possibilità di fare le sue manipolazioni in pace fa la differenza...il pavimento della cucina può anche imbrattarlo, tanto dopo cena è sempre e comunque un campo di battaglia...

    @ verdeacqua: in realtà il mio piccoletto sta muovendo solo ora i primi passi nelle meraviglie del gioco simbolico...quindi le sole pentoline per lui non erano sufficienti, andava sempre a finire che le usava come strumenti musicali...e quelle dei soliti svedesi fanno un sacco di baccano!

    "venuto da Pietro"...fantastico, mi fa ristorante siciliano!
    io, fra i tanti sogni su "cosa farò da grande", un giorno vorrei aprire un bacaro,piccolo piccolo, solo per chiamarlo "Shaula Magna"!

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  4. Ma bellissima idea!!!! io non l'ho mai fatto con nessuno dei due, che bestia che sono... al massimo mi aiutano a fare i dolci e i biscotti. Mi sa che però se ci provo adesso mi tirano dietro qualcosa :(

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  5. @ Rachele: grazie!
    Sì, lo so...arriverà un giorno in cui il nostro "poco" forse non basterà più a coinvolgerli e tenerli indaffarati...mannaggia!
    va bene dai, vedremo di inventarci qualcosa lo stesso!

    @ Why: benvenuta!
    Grazie di essere passata!
    E di esserti fermata!;)
    A presto!

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